Como, carta clonata due volte. Viaggi, cene e parcheggi: gli rubano 7mila euro

Il sistema di controllo via sms non funziona. Raggirato un professionista comasco: ecco come

Quasi 7mila euro rubati in un lasso di circa 11 mesi (dallo scorso aprile a oggi) servendosi di una carta di credito clonata, un lento e furbissimo stillicidio consistito nel perfezionare decine di piccoli acquisti, da 20, 30, 50 euro per evitare che l’ignaro titolare se ne accorgesse. In realtà, alla fine, l’ignaro titolare se n’è accorto eccome: era lo scorso agosto, e all’epoca chiese e ottenne di poter attivare tutte le possibili contromisure di sicurezza, a partire dal servizio di comunicazione degli acquisti tramite sms. Non bastò: «Il problema - racconta la vittima del raggiro, un professionista comasco - è che il mio numero di telefono è ancora uno di quelli più vecchi, a sei cifre dopo il prefisso, e a quanto pare il sistema di sicurezza che avrebbe dovuto “avvisarmi” tramite sms di ogni spesa contabilizzata, non funziona con numeri a sei cifre. Così un altro “clonatore, o lo stesso, chissà, poté riprendere a spendere i miei soldi senza che io me ne accorgessi».

Il sistema di spesa non cambiò mai, se non in rarissime occasioni: gli addebiti furono sempre di importi relativamente bassi. Negli estratti conto compaiono decine di acquisti su Amazon e centinaia di addebiti di Easypark (il sistema che consente di saldare la sosta a pagamento via iPhone) per uno, due euro, cinquanta centesimi. Dev’essere che il clonatore, o quantomeno il fruitore della carta, fosse residente a Milano. Lo si deduce non solo per i conti del parcheggio ma anche, per esempio, dall’acquisto di un andata e ritorno da Berlino con Flixbus. Tra le spese più rilevanti - quelle per le quali venne meno il principio dello spendi poco e non farti smascherare - ci sono quelle sostenute per un paio di weekend lunghi nella capitale tedesca e, in un’altra occasione, ad Amsterdam, con prenotazione alberghiera effettuata tramite Booking. E ancora: pranzi e cene, sempre a Milano con Deliveroo (il servizio di recapito a domicilio), senza che sia possibile risalire all’indirizzo dell’ordinante (e quindi alla casa del presunto clonatore), ordini sulla piattaforma Shein (abbigliamento femminile) e altri acquisti di merce a Singapore e a Lagos (forse ancora abbigliamento). Tra le altre spese spicca quella (80 euro circa) sostenuta per un “miracoloso” dispositivo meccanico in grado di incrementare talune dimensioni. Ora per il titolare della carta clonata due volte inizia la parate più difficile: dovrà cercare di farsi restituire il maltolto.

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