Como: due anni di Covid
Sono 2.547 i nostri lutti

Il primo paziente a Como 24 mesi fa. Quasi ottomila in tutto i ricoverati sul nostro territorio. Oggi, dopo la quarta ondata di Omicron e con il 25% della popolazione contagiata, il virus sembra rallentare

Sono passati due anni da quando a Como il primo paziente Covid è entrato al Sant’Anna. Da allora abbiamo pianto 2.547 vittime, i nostri ospedali hanno ricoverato circa 8mila malati e il 25% dei comaschi ha ricevuto l’esito di un tampone positivo.

Forse adesso, dopo più di un milione di vaccinazioni, ne siamo usciti.

Il 2020 è stato un anno spaventoso, con il primo lockdown che ha congelato l’intera società in preda allo smarrimento. L’estate ci ha illuso e l’autunno si è rivelato ancor più duro. Il 2021 è iniziato male, tra varianti inglesi e indiane, ma è stato di sicuro segnato dalla campagna vaccinale. Prima partita a rilento per le poche dosi a disposizione e i tanti intoppi e poi proseguita con maggiore vigore fino all’ultimo scoglio dei no vax, quella fetta di cittadini, circa il 10%, da sempre contrari alle vaccinazioni.

La copertura vaccinale

Il 2022 ci ha fatto ricadere nel baratro, con gli effetti della variante Omicron in risalita già da dicembre. Con una diffusione del virus che ha raggiunto nella nostra provincia quota 142mila casi positivi dall’inizio della pandemia accertati attraverso un tampone. Vuol dire che un comasco su quattro è sicuramente stato infettato. Il bilancio però grazie ai vaccini è stato ben diverso. Bisogna pensare che degli oltre 2500 decessi circa 700 sono stati conteggiati nella prima fase della pandemia, nella primavera del 2020 quando non c’erano tamponi e nemmeno sicure conoscenze e con l’epicentro dei contagi a Bergamo. Dall’autunno del 2020, con lo scoppio della forte seconda ondata che ha colpito più duramente Como e Varese, fino a marzo 2021 i decessi nel Comasco sono stati circa 1.365. Quindi di più, in un arco di tempo però più ampio e durante il quale gli strumenti per il controllo della pandemia, nonostante tutto, hanno cominciato a funzionare. Nei momenti meno drammatici, già prima dell’inizio dell’estate fino quasi all’inizio dell’inverno, i decessi sono state poche decine per diversi mesi, fino ad azzerarsi lo scorso ottobre.

Tra novembre e questo mese invece i decessi sono stati 234. Un numero contenuto alla luce della diffusa copertura vaccinale. Nella nostra provincia infatti sono stati inoculati più di un milione di dosi vaccinali, ecco la vera differenza. Circa il 90% dei cittadini comaschi oltre i 5 anni ha ricevuto almeno una dose. L’Asst Lariana da sola dal 27 dicembre del 2020 (il primo e simbolico giorno d’avvio della campagna vaccinale) fino al 31 gennaio del 2022 ha somministrato 873.918 dosi. Uno sforzo incredibile che ha ridotto non solo i decessi, ma anche i ricoveri ospedalieri.

L’ultima incognita

Sempre l’Asst Lariana, soprattutto al Sant’Anna, in totale dall’inizio della pandemia ha curato più di 5mila pazienti Covid. Di questi circa 1.300 durante la prima ondata, 3.080 tra la seconda e la terza e ora in quest’ultima fase circa 650. Gli ospedali pubblici hanno retto senza dubbio il maggior peso della lotta al Covid e ancora sono in parte frenati dal virus. Sempre a Como il Valduce ha ricoverato circa 1.500 pazienti, circa un migliaio tra la prima e la seconda ondata. Villa Aprica altri 250 mentre il Fatebenefratelli di Erba 928, 419 nel 2020, 470 nel 2021 e 39 quest’anno.

L’ultima incognita oggi è rappresentata dalla diffusione di nuove varianti nelle aree del mondo dove i vaccini sono pochi diffusi. Anche molte nazioni a noi vicine hanno coperture basse, si pensi all’est Europa. Circolando il virus può mutare e diventare nuovamente aggressivo. Qui, al contrario, pare cercare un equilibrio, una meno complicata convivenza.

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