Como, falsi agenti
truffano anziani

Tre i furti commessi ieri mattina tra via Monti e via Petrarca ai danni di coppie di pensionati. I ladri sono riusciti a farsi aprire con l’inganno mostrando radioline e fingendo di essere a caccia di malviventi

Tre furti ieri mattina in città, due in via Maurizio Monti,un terzo - quello che ha reso di più, circa 40mila euro tra contanti e preziosi - in via Petrarca. La polizia cerca due uomini sui trent’anni, che non hanno esitato a fingersi carabinieri pur di farsi aprire. Per apparire ancora più convincenti si sono serviti di walkie-talkie, radioline con cui simulavano di essere in contatto con chissà quale “centrale”.

Non è chiaro se abbiano o meno mostrato tesserini. Di sicuro hanno riferito di essere lì per procedere a un sopralluogo conseguenza di un furto, di cui i padroni di casa, ovviamente, non sapevano ancora nulla.

Una volta all’interno delle abitazioni - almeno in una circostanza - uno dei due ladri ha anche trovato il modo di mettere sottosopra una stanza, insistendo per entrarvi per primo, come per rendere più verosimile il fatto che in effetti qualcuno l’avesse già saccheggiata all’insaputa della padrona di casa, e che da poco se la fosse data a gambe. «Signora - le ha poi domandato - Le è rimasto qualcosa o le hanno portato via tutto?». E quando la signora ha mostrato quel che era rimasto, il ladro ha potuto completare l’operazione.

La tecnica

Tre volte il giochino è andato a segno: in via Monti si parla di un bottino di circa 4500 euro in contanti, 4mila in una abitazione, 500 nell’altra, attorno alle 11 del mattino, mentre per quanto riguarda via Petrarca - mezz’ora prima, verso le 10.30 - il bottino sarebbe, come detto, ben più cospicuo; soldi sì ma anche, e soprattutto gioielli. Agli interventi delle volanti è seguito quello del personale della squadra mobile della polizia: la scientifica ha lavorato per cercare di raccogliere qualche indizio utile all’identificazione dei malviventi, a partire da una qualche impronta digitale che potrebbe rappresentare già un buon punto di partenza. Utili sarebbero anche eventuali testimonianze ulteriori, da aggiungersi a quelle delle vittime, magari da parte di passanti che abbiano incrociato qualche faccia nuova in due aree residenziali della città nelle quali un volto sconosciuto può ancora rimanere impresso.

Si trattava comunque di italiani con un eloquio corretto e senza particolari inflessioni dialettali. Anzi: una delle signore derubate, la più anziana, sembrava parecchio confusa. La tecnica è antica: lo stato semi confusionale si induce subissando la vittima di parole e di stimoli, così riducendo la sua capacità di reagire. Il pensiero è corso alla denuncia sporta appena venerdì scorso da quella coppia di pensionati avvicinati in via Aldo Moro, cui due giovanotti - anche in quel caso italianissimi - si erano rivolti aprendo la giacca e mostrando la scritta “carabinieri” sulla maglietta.

Nella circostanza i due finti carabinieri avevano comunicato a marito e moglie che la loro abitazione era stata appena svaligiata e così li avevano invitati a riprendere la via di casa, dove - avevano riferito ancora - ad attenderli c’era già un’altra pattuglia. Era bastato che il marito avanzasse qualche dubbio facendo riferimento al fatto che nella sua palazzina ci fosse un custodie e che la consumazione di un furto sarebbe stata difficile, per indurli ad allontanarsi rapidamente.

Rivolgersi subito al 112

I consigli delle forze dell’ordine si ripetono identici: non aprire a nessuno e, in caso di dubbi, rivolgersi immediatamente al 112. Anche perché i segnali di una recrudescenza del fenomeno delle truffe e quindi dei furti, ci sono già tutti.

Sempre in questi giorni sono stati segnalati anche diversi tentativi perpetrati via telefono, con la solita tecnica: voce femminile che si finge figlia o nipote della nonna. In genere la “chiave” è quella di annunciare l’incidente subìto da un parente stretto e la necessità, conseguente, di un sostegno immediato, economico, ovviamente.

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