Como, la provincia dei piccoli Comuni: il 76% conta meno di 5mila residenti

Nuova edizione Anci Lombardia aggiorna il dossier che nei numeri racconta il territorio. Il nostro reddito procapite è di 26.600 euro, contro una media regionale a quota 28.700

Tra dati demografici, sociali, economici, orografici, la nuova edizione “I Comuni della Lombardia”, pubblicata da Anci Lombardia in collaborazione con Ifel-Fondazione Anci, contiene una carrellata di informazioni utili e curiosità che descrivono il territorio provinciale nell’insieme e in qualche caso permettono di evidenziare dei nessi causa-effetto.

Per esempio, la Lombardia risulta formata per oltre il 30% da territorio montano in cui arrivano percentuali più alte di trasferimenti e risultano i più alti investimenti pro capite da parte delle amministrazioni locali. La provincia di Como si trova nella fascia di mezzo: risulta montagna per il 51,4%, collina per il 37,8%, pianura appena sul 10,8% della superficie.

Dalle Prealpi alla Bassa padana

Lo studio, compilato con i dati ufficiali più recenti disponibili che vanno dal 2020 al 2022, è rivolto agli amministratori pubblici, ai tecnici, ai professionisti, così come ai cittadini o agli studenti che possono capire meglio l’area in cui vivono o lavorano.

Guardando la distribuzione dei piccoli Comuni, ritenuti tali al di sotto dei 5mila abitanti, sono concentrati nelle fasce di pianura e montane, mentre i centri più popolati si trovano principalmente nell’area pedemontana. Sui 148 comuni della provincia di Como, ben 113 hanno meno di 5mila abitanti, pari al 76,4%. Nelle province della bassa padana, come Pavia, Cremona o Lodi, questa quota si attesta tra l’80 e il 90%. Nella città metropolitana e nella provincia di Monza e Brianza la situazione è invertita: i piccoli comuni sono poco più del 24% nel Milanese e si scende al 18,2% a Monza. I dipendenti comunali nella nostra provincia risultano in media 4,71 ogni 1.000 abitanti, poco al di sotto della media regionale di 5,33, ma il dato è legato principalmente alle dimensioni. Nei centri con più di 50 mila abitanti la media raddoppia e passa a 8,77, verosimilmente a causa delle funzioni più numerose e onerose attribuite alle città capoluogo.

Sul fronte amministrativo, una curiosità riguarda i sindaci donna. Le donne alla guida dei Comuni comaschi sono poco meno del 20% come in quasi tutta la Lombardia. Fanno eccezione Milano, dove le quote rosa sono il 29,5%, e Cremona, dove si fermano al 9,8%. Un focus poi è stato dedicato alle unioni dei comuni, appena sei nel Comasco e in linea con gran parte delle province lombarde. Sono state decisamente di più nella pianura padana, con 45 in provincia di Brescia, 35 a Pavia e 34 a Cremona.

Demografia e reddito

Tra le curiosità c’è il dato sull’indice di invecchiamento, cioè il rapporto tra la popolazione con almeno 65 anni e il totale della popolazione residente. A Como risulta al 23,6%, nella media tra il dato più alto a Pavia, 24,9%, e il più basso a Bergamo, 21,8%. Altra curiosità, in provincia ci sono 67 auto ogni 100 abitanti. La media in Lombardia è di 62,3.

Nel capitolo sull’economia è disponibile il reddito procapite aggiornato al 2020, pari a 26.649 euro nel Comasco e non distante dai dati delle altre province, ma al di sotto della media regionale di 28.732 euro, elevata da Milano dove la cifra salta a 33.433 euro. Interessante inoltre il bilancio delle imprese attive, aggiornato al 2021: in provincia ne risultavano 42.931, con un aumento rispetto al 2020 tra i più significativi in Lombardia, pari all’1,2%, secondo solo a Varese (1,8%) e a Brescia (1,3%). Per quanto riguarda i settori di attività, a Como c’è anche un terziario piuttosto sviluppato che vale per il 14,3%, secondo solo a Milano (22,6%) e Monza e Brianza (16,4%), grazie all’impatto del turismo.

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