Como, librerie chiuse
«Meglio, non siamo pronti»

Aperte da martedì , ma non in Lombardia.

Il governatore Attilio Fontana ha precisato in una nuova ordinanza che il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria «è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati», confermando le misure restrittive di contrasto alla diffusione del Covid-19 fino al 3 maggio. Anche su questa prima riapertura, proposta dal governo, si erano levate mille voci riguardo all’opportunità, alla tempistica e anche alla tipologia merceologica (perché per tanti i libri quello sono: merce).

Almeno per quanto riguarda la nostra regione, e quindi anche tutta la provincia di Como, il problema non si pone più e questa soluzione, al contrario di come si potrebbe pensare, vede d’accordo gli stessi librai.

«È la cosa più giusta. Anche se la voglia di riprendere la vita normale è tanta bisogna fare ancora uno sforzo, soprattutto in Lombardia, la zona più colpita», commenta Giovanni Magatti. Comasco, responsabile della libreria della Fondazione Feltrinelli di Milano e per tanti anni alla guida della libreria comasca del gruppo in via Cesare Cantù, è sulla stessa linea. «Anche a livello nazionale La Feltrinelli riaprirà solo dove sarà possibile farlo in sicurezza per chi lavora e per i clienti ai quali proponiamo il servizio di acquisto online attraverso il sito di e–commerce. Da comasco dico peccato, se fosse stato possibile avremmo fatto di tutto per riaprire, ma non è questo il momento. Sarà una decisione discussa, ma in questo momento mi sembra che sia impossibile agire senza scontentare qualcuno».

Un’ordinanza che vede concorde anche Chiara Piscitelli, responsabile della Ubik di piazza San Fedele. La libreria è aperta solo per quello che riguarda l’edicola e, da qualche giorno, ha attivato un servizio di ordinazione dei volumi che ha incontrato la piena soddisfazione dei clienti.

«Tanti ci hanno chiamato anche solo per sentire come stiamo, perché con noi hanno un rapporto quotidiano – racconta –. E stiamo ricevendo le loro ordinazioni continuando a lavorare in tutta sicurezza, nostra e loro. Quando è arrivata la notizia della riapertura era difficile pensare di riorganizzare il lavoro perché è impossibile prevedere il flusso di clienti che, probabilmente, avremmo dovuto contingentare per evitare assembramenti. Meglio ripartire il 3 maggio tutti assieme».

La speranza è che, arrivati a quel punto, il virus abbia finalmente allentato la morsa, il rischio di contagio si sia ridotto e, anche se non sarà possibile tornare alla situazione di prima, almeno poter lavorare, da una parte, e acquistare, dall’altra senza troppi problemi. Ma che libri si ordinano per questi giorni di lockdown? “I tempi nuovi” di Alessandro Robecchi, che è uscito proprio il giorno prima della chiusura. Ci sono titoli ‘a tema’ come ‘La peste’ di Albert Camus e, soprattutto, ‘Spillover. L’evoluzione delle pandemie’ di David Quammen. Ma i lettori cercano anche distrazione e la trovano prevalentemente nei gialli”.n 

A. Bru.

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