«Con metodo e voglia di fare: Como vivibile per tutti»

Barbara Minghetti è candidata sindaco della coalizione di centrosinistra, che è composta da cinque liste

Si definisce «persona del fare» e «orgogliosa dei 150 candidati della coalizione che mi sostengono». Barbara Minghetti corre come sindaco per il centrosinistra (lista Minghetti la Svolta Civica, Pd, Europa Verde, Agenda Como 2030, Como Comune).

Partiamo dalla candidatura. Perché ha deciso di mettersi in gioco?

Era arrivato il momento di mettermi a disposizione dei comaschi perché negli ultimi miei anni di attività legati al mondo della cultura ho sempre più lavorato a un modello di città, soprattutto a Parma e Macerata. Ovunque andavo cercavo un progetto di città.

Perché non farlo allora nella sua di città, si sarà detta…

Mi hanno chiesto insistentemente di candidarmi, ci ho pensato a lungo, ho fatto tanti progetti e applicarli qui, in modo molto ampio credo sia un buon modo per una città basata su inclusione, comunità e sviluppo.

Lei sta facendo campagna elettorale da diversi mesi ormai. Che giudizio ne dà?

L’ho voluta fortemente pensare con un metodo. Ogni tanto sono stata anche ripresa scherzosamente per il mio approccio metodico che è partito dall’ascolto ad ampio raggio di quartieri, associazioni sportive, terzo settore, ma anche associazioni di categoria. Poi tavoli tecnici legati alle candidature, ma anche con ospiti da fuori, a cui è seguito il tavolo politico, il programma presentato tutte le settimane il sabato mattina e ancora conferenze tecniche e il racconto a tutti della città che vogliamo. Seguirà l’individuazione della squadra e il raggiungimento degli obiettivi. Sono una persona del fare e questo metodo progettuale mette al centro di tutto le persone.

La prima cosa da fare appena arrivata in Comune se sarà sindaco.

Un ufficio per la ricerca di fondi attraverso bandi regionali, statali, europei e Pnrr unito a pianificazione,progettazione e controllo di gestione. Inoltre aprire uno spazio per i ragazzi.

Visto che ne ha già dette tre, dica altre tre cose da fare subito.

Abbiamo proposto una serie di 20 interventi da fare in città, soprattutto nei quartieri, centro compreso, tutti al di sotto dei 150mila euro e, quindi, realizzabili con affidamento diretto: vuole essere un segno di attenzione alla cura dei luoghi che passa dai parchi gioco per bambini all’accessibilità di alcuni cimiteri. La seconda cosa è mettere in atto la protezione di alcune criticità come la piscina, via del Doss e il campo Meroni. Terzo punto mettere la base per i progetti di visione.

In questi mesi le hanno mosso principalmente due accuse: avere una coalizione troppo larga e quindi difficile da gestire e le numerose assenze dal consiglio comunale. Cosa replica?

Sulle assenze c’è stato un momento in cui ho pensato che, forse, sarebbe stato giusto lasciare, ma tanti mi hanno chiesto di rimanere e, comunque, al 60% delle sedute ero presenze. Purtroppo erano stati modificati i giorni delle convocazioni dei consigli e io lavoravo in giro per l’Italia, ma sono sempre stata ben rappresentata dal mio capolista e credo di aver dato il mio contributo. Sul resto, pur venendo io da una lista totalmente civica sono convinta che una coalizione allargata trovi grande forza nella diversità, che ci sia buona politica con i partiti rappresentanti di una storia. Sono orgogliosa dei miei 150 candidati e della coalizione. Non è stato semplice, ci siamo confrontati e lavoriamo bene insieme.

Ha citato la piscina di Muggiò. Lei proseguirà con il project financing che prevede la realizzazione di un nuovo impianto da parte dei privati?

Sono andata apposta all’ultimo consiglio comunale per votare un emendamento che va in questa direzione. Bisogna proseguire spediti e veloci perché ho parlato con dei tecnici e mi hanno confermato la necessità di intervenire con una ristrutturazione totale e non con un rattoppo. Il fattore tempo è determinante per ridare ai cittadini un servizio fondamentale.

Avanti nel solco anche per il palazzetto?

Sì, sul processo iniziato con la richiesta dei fondi del Pnrr.

Non buttare tutto, quindi?

Mi piacerebbe che la città chiedesse un patto di consiliatura ai candidati in modo da portare avanti i progetti iniziati. Questo sarebbe segno di amore verso Como.

Patrimonio e case comunali.

La situazione è molto critica ed è una questione non di cinque o dieci anni, ma di molto più tempo e la cosa più preoccupante oltre a scuole, impianti sportivi e spazi culturali è la parte abitativa. Ci sono luoghi dove le persone non dovrebbero vivere: ci attiveremo con tutte i modi di reperimento fondi per rendere gli appartamenti decorosi e adeguati.

Ha parlato di progetti di visione. Ne ha uno che le sta più a cuore?

Quello per i giovani, che parla di formazione sia professionale degli Its legata al mondo del lavoro, del turismo e dell’accoglienza, sia legata all’università con uno sviluppo ulteriore, che vuol dire master e centri di ricerca. Questo significa attrattività e occuparsi di sport, cultura e abitazioni per loro.

Uno dei temi più sentiti dai cittadini è la viabilità. Lei come pensa di intervenire in tempi rapidi?

La prima cosa è togliere i bus turistici da piazza Roma e il capolinea dalla piazza della stazione Nord. Poi punto a mettere in atto un progetto di cambiamento culturale che porti a mobilità dolce, sostenibile e all’utilizzo del sevizio pubblico come prioritario. Questo, voglio essere chiara, non vuol dire togliere i parcheggi per i residenti, ma stimolare chi viene da fuori o per passaggio all’utilizzo dei mezzi pubblici.

Un residente in un quartiere esterno, nel suo progetto a lungo termine come arriverà in centro?

Potrà arrivare in una zona vicina al centro e parcheggiare. Mi riferisco a parcheggi come via Sirtori che sarà raddoppiato, alla stazione, all’ex Stecav per poi utilizzare una navetta circolare elettrica che possa fare il giro della città.

Serve la rivoluzione dei mezzi pubblici?

Vanno rinforzati dal punto di vista della frequenza e vanno fatte corsie preferenziali per rendere il mezzo pubblico concorrenziale all’auto.

Passiamo alla terza linea del forno. Qual è la sua posizione?

Il tema è stato oggetto di grande discussione, è stata fatta una commissione speciale per dare una risposta consapevole rispetto a una tematica tecnica. Poi abbiamo espresso parere negativo. La posizione è chiara e netta.

Acsm-Agam ha presentato anche un progetto per ampliare il teleriscaldamento. Cosa ne pensa?

Li ho incontrati, abbiamo parlato anche di comunità energetica e della possibilità di mettere in atto insieme eventuali progettualità innovative.

Lei ha lanciato la casa del quartiere. Di cosa si tratta?

L’idea è quella di ricreare una comunità nei luoghi svuotati dal Covid e dalla desertificazione commerciale unendo le sedi delle ex circoscrizioni alle assemblee di zona. Un luogo di ritrovo e partecipazione attiva all’amministrazione.

Grandi mostre a Villa Olmo.

È necessario fare un progetto ampio e serio su Villa Olmo. Pensiamo a qualcosa che debba essere aperto 12 mesi l’anno e, quindi, alternare grandi mostre rispetto ad altre più piccole. Ma va fatto un progetto di pensiero di Villa Olmo, che è un luogo di grande attrazione. Deve inoltre essere connesso con la cultura e la parte espositiva della città.

A chi assegnerà la delega alla Cultura, il”suo” settore, in caso di vittoria?

Non si può ancora dire, ma non la terrò io.

Perché votare Barbara Minghetti?

Perché rappresento una squadra di persone competenti, determinate e con cuore, che vogliono realizzare un progetto sulla città dove tutti possano vivere bene ovunque, che garantisca la cura delle piccole cose ma anche una visione di Como nei prossimi anni.

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