Croce Rossa, Como e Lipomo litigano. Ma il divorzio tra le due sedi è impossibile

Tensioni tra soccorritori Sempre evidenti, nei verbali delle riunioni e nei dispacci, le crepe. Il commissario: «Ho nominato nuovi responsabili per rendere le due realtà autonome»

Croce Rossa, Como e Lipomo non vanno d’accordo, ma almeno formalmente il matrimonio tra le due sedi deve per forza proseguire. Entro l’estate i soccorritori intendono presentare un piano concordato per uscire dalla crisi. Lo scrivono nero su bianco, nei dispacci, i vari capisquadra impegnati sulle ambulanze, lo si legge nei verbali delle riunioni. Le esigenze del comitato di Como sono «diverse da quelle di Lipomo» e nonostante incontri e scambi di vedute «la situazione non è cambiata e siamo ancora al punto di partenza».

Lo scontro tra soccorritori

«Ora Como e Lipomo sono due entità diverse e tra l’altro una si ritiene superiore all’altra e va per la sua strada – scrivono i crocerossini - a quanto emerge purtroppo si ha la sensazione che il ritorno all’autonomia delle due sedi non sia una scelta condivisa né possibile, soprattutto ora che l’organico di personale volontario è in crisi, specialmente nella sede di Lipomo».

Il comitato della Croce rossa riunisce Como, Lipomo e la Valle d’Intelvi. Alla luce della precedente commissariata gestione, a causa di spese avventate e investimenti fuori luogo, oggi i soccorritori devono appianare una montagna di debiti. Per di più senza andare troppo d’accordo.

«Dobbiamo a breve far quadrare i conti, presentando prima dell’estate un concordato – spiega il commissario straordinario inviato lo scorso anno da Roma Alberto Piacentini – che sia omologabile e che ripaghi fornitori e creditori dei debiti. A volontari e dipendenti poi ho sempre detto fin dall’inizio che che era meglio separare le tre realtà, per una storica divergenza di vedute. Per la Val d’Intelvi ci siamo quasi, sono abbastanza autonomi e hanno il supporto dei Comuni interessati. Per Como e Lipomo invece no. Non posso operare una formale scissione, altrimenti il concordato non genererebbe abbastanza benefici».

Per uscire dalla crisi e ripagare il buco lasciato ci vorranno ancora diversi anni, ipoteticamente cinque. «Sì, ma nel frattempo ho già nominato dei responsabili – dice Piacentini – così che le due sedi organizzativamente possano lavorare separate, come comitati distinti».

Crisi di ”vocazione” tra i volontari

Soprattutto a Lipomo mancano volontari, l’arrivo di una quarantina di migranti nella nuova sede non ha convinto tutti. Su questo però il commissario è rigido. «Non accetto da un soccorritore un mancato impegno sull’accoglienza, è nel nostro Dna». Piuttosto, dice, è vero che manca più in generale personale. I più formati in cerca di un posto si dirigono altrove, dove lo stipendio è sicuro e non arriva a singhiozzo, dove non ci sono debiti e pignoramenti.

Insomma la Croce rossa comasca attraversa di sicuro un momento difficile, nella speranza impegno e sacrifici possano portare i soccorritori verso nuovi e più sicuri lidi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA