Dai sindacati accuse a Rapinese: «Privatizza tutto, ci opporremo»

ComuneParlano di «arroganza e supponenza» da parte del primo cittadino. Scuole, asili e mense: «Toglie servizi agli utenti, gli daremo filo da torcere»

«Daremo del filo da torcere al sindaco».

Per la prima volta la nuova amministrazione comunale guidata da Alessandro Rapinese ha un nemico dichiarato. Mentre ancora le minoranze abbozzano timide strategie, i rappresentanti dei lavoratori escono alla scoperto attaccando direttamente la politica del nuovo primo cittadino.

I sindacati confederali, in particolare le sigle della Funzione pubblica, intendono dare battaglia all’amministrazione e il motivo è la volontà di esternalizzare diversi servizi da sempre garantiti da Palazzo Cernezzi. Asili nido, ristorazione, ma anche la riscossione della Tari e la gestione case popolari.

Leggi anche

Servizi sottratti ai cittadini

«In sostanza il sindaco vuole dismettere il Comune – commenta Alessandra Ghirotti, segretario della Funzione pubblica della Cgil di Como – si propone di non offrire più servizi preziosi come gli asili, che alle famiglie costano molto meno rispetto ai nidi privati. Questa amministrazione ha già bloccato i concorsi per assumere ad esempio gli educatori, senza quali potremo accogliere meno bambini. Noi al contrario chiediamo impegno. Prepariamo mobilitazioni per dare del filo da torcere al sindaco così da opporci a queste scelte».

Martedì i sindacati hanno chiamato a raccolta educatori, cuoche, il personale del centro diurno disabili, è anche possibile che nel pomeriggio qualche nido sia costretti a chiudere i battenti prima del tempo. «Il sindaco con arroganza e supponenza annuncia esternalizzazzioni senza mettere sul tavolo soluzioni concrete – dice Nunzio Praticòper la funzione pubblica della Cisl del Laghi – ha per esempio deliberato la costruzione di nuovo centro unico di cottura al posto delle attuali cucine, ma non risponde alle domande e non fornisce dettagli». Così scrive per la Funzione pubblica Uil del Lario il segretario Massimo Coppiasu Facebook. «Vendesi città di Como, in un momento storico di inflazione alle stelle, anziché investire sulla pubblica amministrazione si tolgono i servizi ai cittadini. Circa 80 famiglie attendono con ansia risposte sul loro futuro lavorativo, cinque scuole verranno chiuse. Licenziamenti spropositati a danno di invalidi civili».

Risposte sbagliate

«Dare ai privati interi settori per noi non è la risposta giusta – argomenta Coppia –, non bastasse il sindaco ci ha ribadito l’intenzione di chiudere almeno cinque scuole della città, perché per le mancate manutenzioni di edilizia rappresentano un costo eccessivo. Per noi il diritto allo studio è un diritto imprescindibile». Una cuoca dipendente comunale, Anna Sgaramella, ha partecipato insieme a un piccolo gruppo di colleghe all’ultima commissione consiliare sulla futura razionalizzazione di alcuni plessi scolastici. «Non è chiaro dove e quando costruiranno un centro unico di cottura – dice Sgaramella – chi lo gestirà e chi ci lavorerà. L’amministrazione vuole chiudere alcune scuole, senza però dire quali. E a noi lavoratori mancano per l’ennesima volta troppe certezze».

© RIPRODUZIONE RISERVATA