Dal Pronto soccorso ora si va subito in reparto. Ma spesso si resta nel corridoio

L’emergenza Per svuotare il reparto di emergenza pazienti trasferiti ai piani, ma non sempre c’è il letto

Adesso i pazienti non vengono più lasciati nei corridoi del pronto soccorso, ma portati nei reparti.. sempre nei corridoi.

Il Sant’Anna per liberare il Pronto soccorso sempre sovraffollato ha deciso di ricoverare più in fretta nelle degenze i pazienti, anche direttamente sulle barelle, senza avere subito un letto a disposizione. Questa scelta ha però creato delle ripercussioni nei reparti interni, dalla Geriatria alla Cardiologia.

Medici e infermieri riferiscono - chiedendo l’anonimato - per esempio che nella Medicina due lunedì mattina c’erano quattro pazienti in corridoio, due con la ventilazione attaccata, altri sono entrati la sera. Simile la situazione in Medicina uno.

I sanitari lamentano la mancanza di campanelli alle barelle per chiamare il personale, l’impossibilità di fare salire i parenti, oltre alle più semplici difficoltà logistiche come il passaggio del carrello della biancheria sporca, oppure quello delle colazioni come pure dei macchinari per fare le pulizie. Insomma il sovraffollamento che da mesi vive il Pronto soccorso ricade ora almeno in parte sugli altri reparti dell’ospedale.

Queste nuove direttive, ha spiegato l’Asst Lariana in una nota, sono «previste, concordate e condivise». Non a caso occorre anche ricordare che a inizio mese è stato nominato direttore sanitario Roberto Pusinelli, l’attuale primario del Pronto soccorso, ora titolare di un doppio incarico. Anche per dare un segnale e provare a cambiare la gestione dell’emergenza urgenza, dando più respiro alla porta d’accesso del Sant’Anna. Un reparto che conta semogni giorno da inizio mese oltre 150 accessi, con punte vicine a 200. Numeri importanti, ma che nei mesi invernali erano gli stessi anche prima della pandemia. Il problema è che non è cambiata la disponibilità dei posti letto ospedalieri, sempre insufficienti e sotto agli standard regionali e nazionali rispetto agli abitanti presenti nella nostra provincia.

«Non vorremmo che il problema dell’iperafflusso sia spostato dal Pronto soccorso ai reparti di degenza»

L’Asst Lariana spiegando le nuove direttive per liberare il Pronto soccorso ha spiegato che il trasferimento dall’emergenza urgenza «in attesa del posto definitivo garantisce il pieno rispetto della sicurezza del paziente, il miglior percorso di cura possibile, efficienta dimissioni e ricoveri utilizzando in modo accurato un bene prezioso quali sono i posti letto».

«Non vorremmo che il problema dell’iperafflusso sia spostato dal Pronto soccorso ai reparti di degenza – commenta Massimo Coppia, segretario della Funzione pubblica della Uil del Lario, confermando l’emergenza - Sappiamo che la coperta è corta, ma dobbiamo evidenziare la grandissima fatica del personale, ormai da anni in sofferenza. Ci chiediamo perché non si potenziano le degenze sotto stress con più operatori, riorganizzando i servizi. Ci chiediamo a che pro non si faccia una fotografia del fabbisogno reale più volte evidenziato, attuando quelle strategie volte ad aiutare i sanitari per offrire un’assistenza più confacente ai bisogni dei pazienti».

«La situazione dei pronto soccorso comaschi, sotto incredibile pressione, dimostra purtroppo la debolezza della rete di medica lariana e lombarda»

Lunedì mattina la Regione ha effettuato un controllo al Pronto soccorso del Sant’Anna per verificare l’attuazione delle direttive. Un’ispezione di cui non è stato reso noto l’esito. «La situazione dei pronto soccorso comaschi, sotto incredibile pressione, dimostra purtroppo la debolezza della rete di medica lariana e lombarda - dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, che sugli esiti dell’ispezione ha deciso di presentare un’interrogazione al Pirellone - Servono strutture parallele ai Pronto Soccorso: le case e gli ospedali di comunità. Sulla carta, entro la fine del 2022, avrebbero dovuto aprire sette nuove strutture di questo tipo in provincia di Como. A oggi ne sono state inaugurate solo tre. Come Pd sul bilancio chiederemo che Regione Lombardia investa le risorse adeguate per garantire la continuità assistenziale che i cittadini lombardi meritano».

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