Devasta l’atrio della Magistri Cumacini e ruba materiale informatico. La madre denuncia: «È stato mio figlio»

Tribunale Al via l’udienza a carico di un uomo per l’assalto di agosto 2020 In camera un televisore rubato, così la madre lo ha denunciato alla polizia

L’atrio della Magistri Cumacini di via Colombo, la mattina del 22 agosto 2020, si era presentato agli occhi dei presenti completamente devastato. La notte precedente, in un periodo in cui la scuola era chiusa per le vacanze ma era interessata da alcuni lavori, un ladro ignoto si era introdotto nell’istituto e con l’uso di una potente smerigliatrice e con quello di un estintore aveva distrutto i distributori automatici rubando poche merendine e pochissime monete, essendo appunto la scuola chiusa per le festività estive.

La denuncia

Il successivo sopralluogo delle volanti aveva però portato a ricostruire un furto ben più ampio. Dalle aule erano infatti scomparsi un televisore Lg da 32 pollici, un proiettore, un tablet e un pc portatile. La scoperta era stata fatta dagli operai che alle 7 della mattina avevano raggiunto la Magistri per riprendere con i lavori programmati. Subito dopo era stato informato il custode. La polizia aveva infine raggiunto Lazzago, ispezionando l’atrio dell’istituto e le vicine aule, scoprendo che il malvivente si era introdotto passando da una porta di emergenza posta sul retro. Fin qui, insomma, nulla di strano rispetto ad altri furti.

Quello che fu decisamente diverso, in questa vicenda, fu la chiamata che la stessa Questura ricevette poche ore dopo, intorno alle 12.30, da una signora di Camerlata: «Mio figlio ha con sé delle cose che non sono sue». Insomma, la madre, vedendo nella camera del figlio un televisore appoggiato dietro la porta, aveva chiesto la provenienza di quell’elettrodomestico e, non ricevendo risposta, si era insospettita fino al punto di avvisare la polizia. Gli agenti, nel perlustrare la casa, non solo scoprirono che la tv era proprio quella mancante alla Magistri (con tanto di segni di smerigliatura sul retro) ma che in casa c’erano anche gli altri oggetti rubati. La vicenda ieri mattina è approdata in aula con citato il figlio, Ismail Bentama, 35 anni marocchino residente a Como (assistito dall’avvocato Elena Vimercati). Sono stati sentiti gli agenti di polizia e l’udienza è poi stata rinviata a maggio.

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