Disabili “dimenticati”: ci sono troppi pericoli
nel nuovo posteggio della stazione di Camerlata

La denuncia Sopralluogo chiesto dall’Unione ciechi nell’area di sosta: quasi impossibile prendere un autobus in sicurezza

«Lei ritiene che questo parcheggio sia accessibile per i disabili?». «In maniera degradata... ma sì».

In questo scambio di battute tra Gianluca Casalino, della sezione di Como dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, e Dario Giacomini, presente per conto di Asf, sta il cuore del problema. Perché quel termine, «degradata», se abbinato ad un parcheggio aperto da una manciata di giorni e che dovrebbe essere all’avanguardia (quello che serve la stazione unica di Como-Camerlata dalla parte di via San Bernardino da Siena) proprio stona. Come stonano le cose mostrate ieri nel corso del sopralluogo voluto proprio dall’Uici, compiuto alla presenza anche di Domenico Cataldo (referente per l’autonomia della sezione di Como dell’Uici), di Gaetano Marchetto (coordinatore regionale sempre dell’Uici per la mobilità e la vita indipendente), del vicesindaco Nicoletta Roperto e dell’assessore Maurizio Ciabattoni, di Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco (consiglieri comunali del Pd), ma anche di un delegato dell’impresa che ha eseguito i lavori e dell’architetto Michela Vassena che collabora con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

Cambio di corsia

Difficile fare un riassunto delle cose che non vanno, perché purtroppo sono diverse. Basterebbe per iniziare il dire che un non vedente non è in grado, ad oggi, di poter prendere un pullman senza “rischiare”: «Io sono già stato toccato da un bus», conferma Casalino. Il problema è complesso. Sono due le corsie previste per il passaggio degli autobus della linea 6, l’unica che ad oggi fa sosta qui. Ma in una di queste semplicemente i torpedoni non riescono ad accedere per colpa di un’isola di traffico troppo grande che non permette di immettersi senza – a scelta – o abbattere la pensilina (come è già capitato) oppure lasciare parte dei copertoni del bus sul marciapiede. L’azienda di trasporto pubblico ha quindi deciso – con una circolare interna – che la corsia usata in queste condizioni sarà solo la seconda, quella più esterna che non ha le pensiline. Ma c’è un secondo elemento: non essendoci segnalatori vocali, il non vedente non è in grado di capire se il bus in transito è diretto ad un capolinea oppure all’altro essendo la fermata unica per tutti.

La chicca, in questa seconda isola di traffico, è infine un palo piazzato nel mezzo di quella che viene definita “fermata bersaglio”, ovvero un punto con piastrelle sensoriali che indicano dove salire sul bus.

La coabitazione

Altro problema segnalato sono le auto che entrano nella zona riservata ai bus (indicata male) che dunque rendono ancora più complicate le svolte, e pure una rastrelliera per biciclette nel mezzo dell’ampio marciapiede con la “pista ciclabile” che scorre vicino al percorso per ciechi.

Il sopralluogo ha riguardato anche la rotonda di via del Lavoro, dove servirebbe almeno un semaforo con segnale acustico (le auto arrivano a tutta velocità dal viadotto) e il parcheggio di via Scalabrini appena riasfaltato. Parcheggio su cui erano già state fatte interrogazioni (dai consiglieri Lissi e Guarisco presenti ieri) e segnalazioni (lo scorso febbraio) per essere messo in sicurezza ma che è stato solo riasfaltato senza modificare nulla, compreso – dicono gli esponenti dell’Uici – «il passaggio pedonale proprio nel mezzo dell’uscita dal parcheggio dove ci sono auto in manovra».

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