Energia, la Svizzera si prepara per i blackout. «Pronti agli scenari più estremi»

Il presidente della Confederazione dei direttori dei Dipartimenti cantonali di giustizia e polizia, Fredy Fassler, ha presentato il piano di emergenza

Strade al buio, bancomat fermi, aziende in forte affanno con gli impianti sotto la spada di Damocle di improvvosi blackout, self service dei distributori di carburante paralizzati nel cuore della notte.

La complessa vicenda dal blackout energetico che il prossimo inverno dovrebbe interessare la vicina Confederazione - conseguenza diretta (anche) delle frizioni sull’approvvigionamento tra Confederazione e Unione Europea - si arricchisce di settimana in settimana di nuovi dettagli. Questa volta ci ha pensato il presidente della Confederazione dei direttori dei Dipartimenti cantonali di giustizia e polizia, Fredy Fassler, a rincarare la dose in una lunga intervista al quotidiano “Blick”, il secondo più venduto in Svizzera.

Lo scenario prospettato è a dir poco preoccupante, considerato che i disservizi riguarderebbero indistintamente imprese e famiglie. «Il Paese deve prepararsi agli scenari più estremi», l’ammonimento di Fassler, ricordando un precedente in materia datato 2014, anno in cui le autorità aveva già dato corso ad un’esercitazione connessa a improvvisi blackout. Esercitazione che aveva dato esiti poco confortanti, anche se in questi otto anni alcune lacune sono state colmate.

La situazione è tutta in divenire, anche se con l’autunno ormai dietro l’angolo, l’allerta è destinata a crescere in modo esponenziale, prova ne sia che nelle ultime ore l’influente Unione Svizzera delle Arti e Mestieri (l’Usam), presieduta dal ticinese Fabio Regazzi (che è anche consigliere nazionale a Berna), ha inviato una missiva dai toni e dai contenuti piuttosto forti al governo federale ed in particolare al consigliere federale Guy Parmelin. «Il governo ha evocato possibili restrizioni o divieti per far fronte nei mesi invernali alla penuria energetica - si legge - Tutto ciò andrebbe evitato. Le conseguenze di questi disservizi potrebbero essere ben peggiori rispetto a quelle portate dalla pandemia».

La missiva, ripresa con dovizia di dettagli dall’agenzia di stampa Keystone, ha sicuramente fatto scattare un primo rilevante campanello d’allarme per la politica, già impegnata nella campagna elettorali per le cantonali e le federali del prossimo anno.

«I settori produttivi sono già in grado di ridurre in autonomia i consumi energetici - si legge ancora - Il settore alberghiero potrebbe, ad esempio, eliminare il 10% dei consumi». L’Usam ha chiesto di essere interpellata sull’argomento, mentre cresce il pressing sul consigliere federale Parmelin, cui è stato chiesto un intervento incisivo sull’argomento.M.Pal.

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