Feste in villa, in collina non si dorme. E i residenti fanno causa al Comune

Il ricorso Musica “a palla” e traffico fuori controllo tra Panoramica San Pietro e via Bignanico dopo la riconversione della ex dimora Ratti. Ma la società di gestione: «Rispettiamo le regole»

Como

Pare che alle pendici della collina di Cardina non si dorma più. Non in via Bignanico, non in Panoramica San Pietro, non in via Belgioioso. Il motivo? L’eccessivo rumore conseguenza della riconversione di villa Bonomi, la dimora da fiaba che fu dell’imprenditore Antonio Ratti e che da qualche mese viene messa a disposizione di facoltosi clienti interessati ad affitti brevi vista lago. Il punto è che non di rado l’affitto breve sarebbe anche l’occasione per organizzare party ed eventi esclusivi, un po’ come accade qua e là nelle ville più prestigiose del nostro lago: matrimoni, banchetti, meeting.

Esasperati dal rumore, i residenti hanno deciso di promuovere una causa contro il Comune, reo - a dar retta alla loro versione - di non avere controllato quel che si sarebbe dovuto controllare, vale a dire la congruità del permesso rilasciato nell’aprile del 2022 per l’avvio di una attività di locazione, destinazione d’uso che - sempre a sentir chi vive da queste parti - sarebbe diversa da quella perseguita nelle ultime due stagioni, quando più che affitti brevi si sarebbero organizzati soprattutto gran ricevimenti. Un unico sopralluogo risulta effettuato, quantomeno ai ricorrenti: era lo scorso dicembre e la pattuglia della polizia locale spedita a verificare non trovò un bel niente, come del resto era logico aspettarsi visto che la stagione delle feste in villa chiude ben prima del periodo invernale.

Secondo i ricorrenti un solo sopralluogo sarebbe stato effettuato

I vicini dicono che se solo le verifiche fossero state effettuate a tempo debito, la probabilità di registrare traffico intensissimo, frastuono assordante, quando non di imbattersi addirittura in personale addetto al controllo della circolazione lungo la strada sarebbero state molto più concrete. Del resto già nel mese di settembre del 2021 un consulente tecnico nominato dai ricorrenti - un ingegnere esperto di inquinamento acustico - ebbe modo di stabilire che in occasione di quelle mega feste tutti i limiti di legge in fatto di decibel tollerabili erano stati clamorosamente infranti.

Ma cosa chiedono, in concreto, i vicini (che già lo scorso autunno presentarono in Comune due esposti)? Al di là dei tecnicismi giuridici del caso, chiedono di rivedere le conclusioni di una istruttoria avviata dal Comune, che ad agosto - terminate le verifiche - si era limitato a un “richiamo” nei confronti di Tree Collection, la società che gestisce Villa Bonomi, pregandone i responsabili di «conformare l’attività esercitata alla sola locazione per finalità turistica breve», e lasciando quindi stare eventuali feste e festini. Ora la palla passa al Tar, chiamato a decidere sul ricorso.

«Riteniamo di essere noi per primi vittime di un atteggiamento ostile»

E i gestori di Villa Bonomi? La società Tree Collection fa sapere di avere sempre osservato «con rigore» norme e disposizioni e che le verifiche effettuate sul campo dal Comune sarebbero state ben più d’una, sempre puntuali e sempre concluse senza rilevare alcuna irregolarità: «Ci limitiamo ad affittare la location preoccupandoci che le regole siano rispettate, come dimostra l’esito dei sopralluoghi eseguiti dal Comune con esito sempre a noi favorevole. Villa Bonomi ha rappresentato un investimento rilevante. Abbiamo sempre cercato la strada del dialogo e riteniamo di essere noi per primi vittime di un atteggiamento ostile ingiustificato». La materia, al di là del caso specifico, ricopre un certo interesse per tutto il territorio, ormai decisamente orientato a una riconversione turistica della sua economia. Di ville adibite ad un uso diverso da quello originale,cioè ridestinate a un utilizzo turistico e ricreativo, è piena la provincia. E il tema è proprio quello della coabitazione con le aree residenziali che le ospitano.

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