
Cronaca / Como città
Lunedì 07 Novembre 2022
Frontalieri, provocazione ticinese: «Noi come gli indiani nelle riserve»
La protesta La Lega dei ticinesi rilancia il paragone con i nativi d’America: «Tra pochi mesi 80mila lavoratori stranieri»
Dopo aver tentato di riportare in auge senza alcun tipo di riscontro un vecchio cavallo di battaglia - vale a dire l’introduzione della tassa d’ingresso per i frontalieri (500 franchi la quota annua, sulla carta riservata ai nostri lavoratori) -, la Lega dei Ticinesi dalle colonne de “Il Mattino di Domenica” ha rispolverato ieri un’altra immagine simbolo della lunga campagna anti-frontalieri. Immagine che come sottotitolo esemplificativo ha la seguente dizione: “Ticinesi come gli indiani nelle riserve: oggi è realtà”. Il riferimento diretto è al nuovo record di permessi “G” attivi nel Cantone di confine al 30 settembre scorso, ben 77.732, di cui quasi 52 mila nel Terziario, settore su cui - a detta della Lega dei Ticinesi - la pressione dei frontalieri ha causato un’emorragia di posti di lavoro un tempo appannaggio dei ticinesi.

«La crescita su base annua (dei frontalieri, ndr) è di un mostruoso +4,2% - l’affermazione perentoria del consigliere nazionale e direttore del “Mattino della Domenica”, Lorenzo Quadri - Avanti di questo passo ad inizio 2023 i frontalieri saranno 80 mila».
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