Giorgia Meloni è la prima donna italiana al vertice. Secondo i comaschi «è una grande svolta», ma non mancano le perplessità

Le opinioni Attese diverse sul nuovo esecutivo e un invito alla sinistra: «Faccia opposizione»

Meloni sì, Meloni no? Ieri mattina, in una Como affollata di turisti (perlopiù stranieri), abbiamo fatto un giro in centro per capire l’opinione dei comaschi in merito al nuovo Governo.

Come prima tappa abbiamo scelto un’edicola. «In situazioni come queste, la gente ha desiderio di informarsi. Per questo motivo oggi – ieri per chi legge, nda – ho venduto qualche copia in più di giornale del solito: leggere un po’ di approfondimenti non guasta mai», ci spiega Beppe Rondinelli, edicolante all’interno della Ubik in piazza San Fedele, proprio mentre sta servendo alcune copie de La Provincia.

All’uscita della libreria, con un quotidiano nazionale sottobraccio, abbiamo incontrato Alessandro Dominioni: «Per l’Italia, a prescindere dal pensiero politico, si tratta di una cosa eccezionale: avere per la prima volta una premier donna rappresenta davvero una svolta», commenta. «Davvero, è un dato di fatto: finora non si era ancora riusciti. Evidentemente i tempi ora sono maturi».

Certo, «i ministri sono tanti: alcuni sono volti noti, altri ancora da conoscere. Ecco perché ho comprato questa mattina, ancor più volentieri, il quotidiano». Con la speranza, naturalmente, «che lavorino bene. Il lavoro, di certo, non manca, l’Italia intera vuole delle risposte». Insieme anche la moglie, Olivia Braiucca, Dominioni riflette sulla sconfitta della Sinistra. «Purtroppo sempre più spesso mi capita di assistere soltanto a gente che bisticcia, al posto di affrontare i problemi concreti. Non mi pare lo spirito giusto».

Forse anche per questo nelle ultime elezioni si è verificato un cambio di rotta. «Non si sente più parlare di classe operaia – aggiungono i coniugi –. La causa dei voti persi, a nostro parere, è da ricercarsi nel fatto che la gente spesso non si sente più rappresentata». Allo stesso modo, tuttavia, «c’è da sperare che, durante questo governo, ci sia un’opposizione seria nella sinistra», concludono i due.

«Punto a essere sottosegretario alla Natalità», ci dice – tra il serio e il faceto – Mauro Oricchio . «Sono padre di cinque figli, ne so qualcosa», aggiunge ridendo. «A parte gli scherzi, l’uso dei termini – “natalità”, appunto, ma anche “sovranità alimentare” e “merito”, giusto per menzionare i nomi dei dicasteri che più hanno fatto discutere, nda – mi ha fatto una certa impressione e, a mio parere, non fa presagire nulla di buono».

E, poi, «il voto a Giorgia Meloni non doveva essere un voto di protesta agli ultimi tre governi? A me pare di rivedere ancora ministri che, in diverso modo, hanno governato negli anni passati. Staremo a vedere».

Più ottimista è Walter Trumino. «Secondo me faranno tanto e bene», ci confida. «Sanno i problemi della gente, hanno in mente un programma già da tempo. Noi del settore del commercio e delle piccole aziende non possiamo che sperare in bene». Chiaro, «nessuno ha la bacchetta magica, servirà del tempo. Ma sono sicuro che Giorgia Meloni, con così tanta esperienza all’opposizione, potrà contribuire non poco a risollevare le sorti del nostro Paese».

Non pare della stessa opinione Sergio Belfiore. «Macché opposizione: mi pare tutta una farsa. Pensiamo alla guerra, ad esempio: la Meloni non mi pare intenzionata alla pace», ci racconta.

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