Gli insulti omofobi al cameriere con la scusa di chiedere una sigaretta. Ma l’uomo si difende: «Non è vero, io sono stato preso a pugni»

L’inchiesta Il giovane accusato di aver perseguitato un ragazzo omosessuale nega davanti al giudice

«Non è vero che me la prendevo con lui da mesi, altrimenti perché sarei andato a chiedergli una sigaretta?». Ha risposto alle domande del giudice, difendendosi, il diciannovenne colpito nei giorni scorsi dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la parte offesa, un cameriere omosessuale. Una indagine nata dalla denuncia per una serie di presunti insulti omofobi, deridendo l’orientamento sessuale della vittima – un ragazzo di 23 anni – che secondo l’ipotesi accusatoria proseguivano da almeno un anno.

La vicenda era esplosa il 3 ottobre scorso, quando la vittima mentre si recava al lavoro, era stata avvicinata sul piazzale del ristorante ed era stata insultata dal giovane che l’aveva approcciato con la scusa di chiedergli una sigaretta. Il cameriere era riuscito ad allontanarsi entrando nel proprio luogo di lavoro. Il diciannovenne era entrato pure lui nel locale continuando a insultare la propria vittima sempre con riferimenti omofobi.

L’episodio più brutto era però avvenuto al termine della giornata di lavoro, quando il cameriere – che stava fumando una sigaretta con colleghi – era stato nuovamente aggredito verbalmente e minacciato di morte. La vittima aveva cercato di allontanarsi, ma stando alla denuncia era stata poi aggredita di spalle e colpita con pugni.

L’indagato, di fronte al giudice Walter Lietti, ha però negato che le vessazioni proseguissero da anni, ed ha pure detto che il litigio era nato solo dal rifiuto della vittima di dargli una sigarette. Al gip ha detto che pure alla sera, era stato lui il primo ad essere colpito dal rivale che gli aveva lanciato addosso un bicchiere colmo di una bibita.

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