Governo, i comaschi tra rabbia e delusione: «Stanchi dei politici»

I commenti Prevale lo scetticismo dopo l’addio a Draghi: «Ora non vedo nessuno capace di rappresentarmi» e «Partiti sempre più distanti dalle esigenze dei cittadini»

Disorientati, disillusi, arrabbiati: non bastano gli aggettivi per descrivere lo stato d’animo dei comaschi in una giornata, come quella di ieri, che è iniziata sulle ceneri ancora calde del governo Draghi. In città sono molti quelli che non vogliono condividere la propria opinione o che più semplicemente allargano le braccia e con un sorriso amaro riportano il dato di fatto e aggiungono: «Cos’altro ci si poteva aspettare?».

A essere stanchi della classe politica che nelle scorse ore è stata al centro del discorso pubblico sono soprattutto i giovani, come Embre Yildiz, di Rebbio, che dopo una laurea in sociologia oggi lavora nell’area di Como, col padre, come muratore: «Non mi sento rappresentato, questa è la verità, e prima di parlare di crisi politica o di crisi economica, io credo sia il momento di affrontarne una che è ben più grave, quella sociale».

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