I parapetti storici? No, saranno copie

Lungolago Le ringhiere di ghisa con i timoni non possono essere più utilizzate: «Sono troppo basse, fuori norma». Ora la Regione darà un incarico per farle realizzare ex novo. Sertori: «In ferro, ma avranno lo stesso disegno»

Nella nuova passeggiata a lago non ci saranno più i parapetti storici in ghisa con i timoni. O meglio, torneranno (impossibile, al momento, parlare di tempi ma non saranno certamente brevi, potrebbe volerci oltre un anno e mezzo) ma saranno delle copie.

Scelta obbligata

Si tratta di una scelta in qualche modo obbligata poiché, spiegano dalla Regione, quelli storici non sono a norma (sono più bassi di 10 centimetri) e, in ogni caso, non sarebbero sufficienti a coprire l’intera lunghezza del lungolago. Il paradosso è che la passeggiata potrebbe essere riaperta senza alcuna protezione, ma se si decide di metterla deve rispettare le normative.

Questo significa che per l’apertura verranno messe delle barriere provvisorie (il sindaco Alessandro Rapinese ha dichiarato infatti che senza parapetti ci sarebbe «un problema di sicurezza») in fase di definizione (ma che la Regione conta di collocare prima di Pasqua nel tratto tra Sant’Agostino e la darsena) e che, in una fase successiva, si passerà a quelle definitive. Come detto, però, saranno tutte nuove e quindi copie degli originali (oggi ancora presenti verso i giardini Mafalda di Savoia). «I parapetti definitivi - spiega l’assessore regionale ad Enti locali e Montagna Massimo Sertori- avranno lo stesso disegno a timoni di quelli storici e saranno in ferro, non in ghisa. Quelli originali non possono infatti essere recuperati per un problema di altezza, oltre che di materiale». Sertori chiarisce inoltre che «intanto stiamo lavorando per una soluzione provvisoria che garantisca l’apertura del primo tratto per Pasqua».

Tornando alle barriere storiche, immortalate in migliaia di foto dai comaschi, a disposizione ce ne sono circa 120 metri rimosse negli anni scorsi e poi riposizionate in parte dalla Regione dopo il restauro nell’estate del 2017 per la riapertura parziale in attesa della ripresa dei lavori (poi effettivamente ricominciati nel 2020).

Ma, viste le modifiche alla linea di costa della passeggiata e il maxi ampliamento e tenendo anche conto che prima molti punti (scale, accessi al lago) erano “scoperti”, non sono sufficienti a coprire tutto il lungolago, da Sant’Agostino fino ai giardini a lago (la stima è di circa 700 metri complessivi).

A questo si aggiunge il problema dell’altezza che significherebbe fare delle modifiche dal risultato dubbio e, comunque, diverso da quelli che dovrebbero essere creati ex novo. In più c’è la questione del materiale che sarebbe in ogni caso differente visto il passaggio dalla ghisa (molto più pesante) al ferro.

Saranno ridati al Comune

E i timoni storici? Erano stati restaurati da un’azienda romagnola con un intervento molto complesso che aveva previsto l’integrale smontaggio di ogni singolo elemento per poi passare a sabbiatura, riparazione, lavorazione e protezione con zincante. Per riutilizzarli servirebbe in ogni caso riverniciarli, ma verranno riconsegnati al Comune che valuterà se utilizzarli in qualche modo (non più come parapetti) oppure se stoccarli nei magazzini a memoria della Como che fu.

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