Il grazie del vescovo per il funerale di don Lorenzo: «Abbiamo tanto da imparare
dal suo esempio»

Ultimo saluto L’omelia del cardinale Cantoni: «Si è adoperato a vantaggio dei poveri e dei bisognosi, esempio da seguire. Continua a ricordarci dal Paradiso»

Una folla commossa per l’addio a monsignor Lorenzo Calori, deceduto all’età di 93 anni, 34 dei quali alla guida della comunità parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano.

Un tributo di affetto, riconoscenza, amicizia e stima nella fede per l’amatissimo pastore. Chiesa gremita, ieri, per le esequie officiate dal vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, alla presenza del prevosto, don Flavio Crosta, del suo predecessore, don Marcol Folladori, e di una quarantina di sacerdoti della diocesi. Le tantissime persone presenti ai funerali hanno testimoniato concretamente quanto don Lorenzo fosse entrato nel cuore degli olgiatesi. C’erano tutte le componenti della “sua” Olgiate: le autorità civili, guidate dal sindaco Simone Moretti, militari (presente il nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Olgiate maresciallo Andre Marino), le associazioni locali, la corale e i parrocchiani.

Un picchetto d’onore delle associazioni, schierate sul sagrato con i loro vessilli, ha accolto il feretro all’ingresso in chiesa e lo ha scortato all’uscita, in segno di estremo omaggio e gratitudine verso il prete vicino ai poveri e ai fragili, spirato all’alba del giorno della memoria liturgica di San Martino di Tours. «Il difensore dei poveri, che nella Chiesa gode del non comune appellativo di “gemma dei pastori” – ha sottolineato nell’omelia il cardinale Oscar Cantoni - Credo che si possa attribuire senza forzature e in piena verità questo prestigioso titolo anche a don Lorenzo, che tanto si è adoperato, come San Martino, a vantaggio dei poveri e dei bisognosi, insieme al desiderio di edificare comunità cristiane specchio di unità e modello di comunione».

Il vescovo ha rimarcato la dedizione a Cristo e lo zelo pastorale non comune che hanno caratterizzato l’esistenza e il ministero del prevosto emerito.

Il ricordo

«Don Lorenzo ha vissuto il suo impegno pastorale fasciando le piaghe dei cuori spezzati, dal momento che fragilità e debolezza costituiscono la condizione ordinaria della nostra umanità. Egli ha saputo proclamare, senza compromessi, la libertà dalle tante forme di schiavitù, nelle quali è facile lasciarsi facilmente irretire».

Pastore dei pastori, testimone dell’amore di Dio. «Abbiamo tanto da imparare, noi pastori, dall’esempio di don Lorenzo. Egli ci esorta a divenire sempre più diffusori e testimoni della misericordia di Dio, del suo amore incondizionato. La gioia del pastore consiste infatti nel constatare come il perdono di Dio rinnovi e trasfiguri il cuore dell’uomo. Allora chi vive secondo lo spirito tramuta l’abito di lutto, sprigiona la gioia, invece di mantenere uno spirito mesto – ha aggiunto il vescovo - Anche le comunità parrocchiali che hanno avuto la fortuna di averlo come pastore, e in particolare questa di Olgiate, possono ricavare dai suoi insegnamenti un criterio di vita buona e saggia, pienamente evangelico».

Il lungo applauso

Poi un sentito: «Grazie, don Lorenzo, per il gran bene che hai seminato nei lunghi anni del tuo ministero – ha concluso il cardinale - Continua a ricordarci dal Paradiso e ottieni per noi quelle grazie necessarie perché la nostra testimonianza cristiana continui ad essere attrattiva e feconda».

Al termine delle esequie un caloroso applauso, l’ultimo affettuoso abbraccio della “sua” Olgiate.

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