Il lavoro a Rebbio e l’enigmistica: «Addio Giuseppe, uomo buono»

Il personaggio Grande cordoglio per la morte del pensionato di 76 anni che viveva in auto. Amava passeggiare nei boschi, tanti in queste ore ricordano la sua gentilezza e le sue passioni

È davvero molto più grande di quanto si potesse immaginare la commozione suscitata dalla morte di Giuseppe Mazza, il pensionato ucciso giovedì in circostanze ancora tutte da chiarire in via Giussani, nell’abitacolo della sua piccola auto posteggiata accanto alla scuola. In queste ultime ore è stato possibile ricostruire i confini della sua esistenza, una esistenza un po’ ai margini, dopo la pensione e il decadimento delle sue condizioni economiche. Di origini valtellinesi – era nato a Mantello – negli ultimi anni si era in qualche modo “trasferito” con le sue poche cose e con l’auto nella quale di fatto abitava, a Rebbio.

Si spostava piuttosto spesso, se è vero – come è vero – che in quel parcheggio di via Giussani accanto alle scuole si sarebbe posteggiato non prima di lunedì.

La passione per l’enigmistica

A Rebbio aveva lavorato anni fa come magazziniere e come autista per un grossista di alimentari in via Cuzzi. Capo magazziniere, si occupava delle bolle di consegna e spesso si occupava anche del trasporto dei generi alimentari ai vari clienti sparsi in provincia. Poi, quando la ditta aveva chiuso, di lui si erano perse un po’ le tracce. «Era un uomo gentile - ricorda Pasquale, un collega di quegli anni, a cavallo tra i ’70 e gli ’80 -. Sempre disponibile, solitario sì, ma molto altruista. Sapevamo che viveva solo, che non aveva una compagna. Ma anche se aveva dei problemi, non li portava mai sul lavoro». Amava camminare, soprattutto nei boschi della Spina Verde, dove chi abita da queste parti lo incontrava spesso. Salutava, Giuseppe, con un cenno del capo o con un sorriso garbato.

Lo ricordano in un bar tabaccheria di Breccia: «Si, lo vedevamo qui da noi. Veniva una volta a settimana tutte le mattine, da anni, per acquiastare un pacchetto di sigarette». Nello stesso bar, al confine tra Rebbio e Breccia, si erano convinti, vista la frequenza con cui capitava di incontrarlo, che abitasse in zona: «Era sempre solo, non parlava con nessuno, comprava le sigarette e se ne andava».

Non un “fantasma”, come si era pensato nelle prime ore dopo l’omicidio, ma un uomo che ha lasciato dietro di sé nitidi ricordi di bontà

Alla Coop, invece, acquistava ogni settimana la Settimana Enigmistica. Per farlo felice bastava un qualunque giornale che contenesse cruciverba, parole crociate, un enigma da risolvere. Che non fosse il “fantasma” cui si era pensato nelle prime ore immediatamente successive al ritrovamento del suo povero corpo martoriato, lo dimostrano anche le decine di commenti raccolti ieri sia sul sito de La Provincia sia su Facebook, sul gruppo “Sei di Como se”; è bastato postarne un’immagine per suscitare la reazione di decine di comaschi che di lui conservavano, e conservano, nitidissima memoria. Ora bisognerà capire come davvero siano andate le cose: Omar Querenzi è formalmente indagato anche per la morte del povero Giuseppe, che - in base a una serie di elementi raccolti dalla polizia sulla scena del delitto - potrebbe aver tentato di difendersi, incapace di comprendere chi mai fosse quel ragazzo e cosa mai pretendesse da lui. Giuseppe ha forse tentato di spingerlo fuori dall’abitacolo della sua auto con un calcio, opponendo tutta la resistenza possibile, ma finendo per cedere alla forza senz’altro superiore del suo assassino.

Le indagini

In mano stringeva un coccio di vetro, che in queste ore gli esperti della polizia stanno analizzando alla ricerca di impronte o di elementi che possano ricondurre alla figura dell’unico indagato di questa orribile vicenda.

Il quale, quando era stato arrestato pochi minuti dopo il mezzogiorno di giovedì, doveva avere appena colpito Giuseppe, che soltanto qualche ora più tardi, attorno alle 17, sarebbe stato ritrovato da un ragazzo che passava di lì. Querenzi è atteso davanti al giudice per l’interrogatorio di convalida del fermo nella giornata di domani.

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