Il paradosso delle iscrizioni: i ragazzi snobbano le scuole professionali, ma il mondo del lavoro cerca proprio i tecnici

Como I presidi analizzano le scelte degli studenti: «Tanti vanno al liceo, ma il rischio è che si perdano» e «In calo proprio gli indirizzi più vicini alle imprese»

I licei attirano la metà degli alunni, mentre gli istituti professionali - vicini al mondo del lavoro - solo un decimo. Senza una redistribuzione il rischio è perdere studenti per strada.

Chiuse le iscrizioni scolastiche, in provincia circa un alunno su due ha scelto un liceo, in città seguono i tecnici che hanno aumentato la loro utenza almeno nel percorso economico e amministrativo del Caio Plinio. Faticano invece sempre i professionali, gli indirizzi più vicini al mondo del lavoro raccolgono circa un’iscrizione su dieci. I presidi temono il fenomeno della dispersione scolastica per quegli studenti che hanno sbagliato strada.

La situazione

«Il Setificio ha mantenuto grosso modo gli stessi iscritti, ma sono aumentati i liceali scientifici a svantaggio di chimici e grafici – spiega il dirigente scolastico Roberto Peverelli – In generale i licei calamitano da anni la maggioranza delle domande. Questa volta hanno fatto bene i tecnici economici, invece sui professionali resta la diffidenza delle famiglie. Anche a torto, perché spesso i liceali non raggiungono le posizioni sperate. Mentre un termoidraulico, faccio un esempio, una volta imparato il mestiere riesce ad ottenere una retribuzione più che soddisfacente, migliore della mia». L’ufficio scolastico ha aperto sul tema un tavolo dedicato all’orientamento.

«È un peccato calino gli indirizzi vicini al mondo del lavoro in favore dei licei – dice Silvana Campisano, dirigente del Caio Plinio – dalla nostra scuola i tecnici economici una volta diplomati per la maggioranza iniziano subito a lavorare e fanno il mestiere per il quale hanno studiato. Questo, per me, significa successo formativo. Nei licei molti si fermano, cercano senza successo di cambiare strada, oppure arrivano dopo la maturità al primo impiego senza una preparazione specifica e iniziano a fare i commessi per qualche grande catena».

Il pericolo è la dispersione scolastica, l’abbandono prematuro degli studi. «Il timore è che molti si perdano, volendo tutti arrivare all’università – dice Gaetana Filosa, preside della DaVinci-Ripamonti – Da noi hanno tenuto i percorsi di moda e grafica. Non le professioni più manuali, manutentori, operai, termoidraulici. Figure che invece il mercato del lavoro ci chiedere».

Il dibattito

Quanto ai licei: «A fronte di un leggero calo di iscrizioni potremo accogliere anche gli studenti respinti al primo anno del linguistico – dice il preside del Giovio Nicola D’Antonio – contrariamente a quanto purtroppo accaduto l’anno scorso. Con questi numeri riusciamo a formare sezioni da 27-28 alunni, senza arrivare a classi pollaio con più di 30 studenti. Sarebbe un bene se ci fosse una distribuzione più equa tra licei, tecnici e professionali nel Comasco. Perché sui grandi numeri molti liceali non ottengono buoni risultati e non riescono poi a cambiare strada». La mobilità tra scuole in corso d’anno è quasi bloccata.

Hanno comunque tempo gli studenti, circa cinquanta, che a giorni verranno respinti dal Teresa Ciceri. L’istituto ha ricevuto più di 300 domande soprattutto per il liceo di scienze umane, ma non ha abbastanza e aule a disposizione. La selezione verrà fatta sulla base del giudizio orientativo riferito in terza media, per il solo indirizzo di liceo musicale invece l’esame è già fissato lunedì.

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