Il peso del fisco sulle piccole imprese nelle province italiane: a Como il tax free day arriva il 10 luglio, a Bolzano il 18 giugno

I dati Un’impresa artigianale comasca deve lavorare 21 giorni in più rispetto a una di Bolzano per raggiungere il tax free day e far fronte al carico fiscale. Como si colloca in cinquantanovesima posizione su 114 comuni in classifica

La pressione fiscale sulle piccole imprese italiane nell’arco dell’anno varia a seconda del capoluogo di provincia in cui l’impresa si trova: si va dal massimo di Agrigento, dove i tributi pesano per il 58%, al minimo di Bolzano, dove la pressione del fisco è del 46,7%. Ma c’è un altro dato utile a comprendere meglio questo tipo di analisi: si tratta di provare a considerare, provincia per provincia, in quale momento dell’anno le imprese possono lavorare in completo guadagno, ovvero senza più impegni nei confronti del Fisco. Ecco che allora le percentuali diventano date: il massimo di Agrigento è il 30 luglio, il minimo di Bolzano è il 18 giugno. A Como la percentuale è pari a 52,5% e la data a partire dalla quale ci si libera dai tributi è il 10 luglio.

A raccontare questa panoramica dell’Italia è un rapporto della Cna (confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) “Comune che vai, Fisco che trovi”. La variabilità sul territorio nazionale è significativa perché, a seconda di dove le piccole e medie imprese si trovano, la pressione fiscale è molto diversa. «In Italia - si legge nel report - non esiste una pressione fiscale, ma tante pressioni fiscali secondo la natura del soggetto che realizza il reddito (persona fisica, società di persone o di capitali), nonché della natura del reddito stesso (reddito di lavoro dipendente, reddito di lavoro autonomo o d’impresa)».

La media nazionale - che ammonta al 52,7% (10 luglio come data di “liberazione” dal fisco) - non è quindi rappresentativa della realtà italiana che nel tempo ha visto aumentare sempre di più il peso dei tributi locali nella pressione fiscale complessiva sul reddito d’impresa. Dunque, per esaminare l’andamento della pressione fiscale sul territorio nazionale e nelle singole province si è tenuto conto di un’azienda tipo con caratteristiche rimaste invariate negli anni sia in termini di struttura che di parametri economici. «In questo modo - si prosegue nel report - è possibile circoscrivere le cause da cui trae origine la pressione fiscale sul reddito prodotto ma, più che altro, stimare gli effetti delle nuove disposizioni tributarie a livello centrale e locale».

Tra i capoluoghi di provincia che godono di un regime più favorevole ci sono, come già detto, Bolzano (46,7% di pressione fiscale, con periodo di “liberazione” dal fisco che inizia il 18 giugno), Trento (47,9%, 23 giugno), Gorizia 48,5%, 25 giugno). Arrivano ultimi invece Agrigento (58%, 30 luglio), Vercelli (57,1%, 26 luglio) e Biella (56,9%, 26 luglio).

Como si colloca in cinquantanovesima posizione sulle 114 totali, con una data di “liberazione”, il cosiddetto tax free day, dal peso del fisco simile a quella delle vicine Lecco (53%, 11 luglio) e Monza-Brianza (52,6%, 10 luglio). Le differenze tra i diversi territori provinciali, secondo il report di Cna, dipende da molti fattori. Se si tiene in considerazione l’estremo negativo, ovvero Agrigento, si rileva la pressione data dalla tassazione degli immobili, che nel capoluogo è molto elevata, controbilanciata però dalla totale deducibilità della quota di Imu dal reddito d’impresa. Se invece si guarda all’estremo positivo, Bolzano, è l’Imu a incidere significativamente meno e a questo dato si aggiunge un valore Tari più favorevole oltre all’assenza di addizionale comunale Irpef, invece Irpef e contributi raggiungono livelli più elevati che altrove, pur non intaccando il risultato finale che colloca Bolzano in prima posizione.

In sintesi, un’impresa di Agrigento ha bisogno di lavorare un mese in più per far fronte al carico fiscale rispetto ad una di Bolzano e una di Como, in linea peraltro con la media nazionale, invece deve lavorare 21 giorni in più.

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