Il vigile vuole andar via ma il Comune lo blocca. Lui fa causa e la vince

L’ordinanza Il giudice accoglie il ricorso di un agente di polizia: «Ha diritto a trasferirsi con effetto immediato»

Il Comune di Como perse una nuova causa, questa volta davanti al giudice del lavoro. Oggetto del contendere la querelle tra un agente della polizia locale, in servizio in città dal 2015, e la sua amministrazione che nelle scorse settimane gli aveva negato il trasferimento al comando di San Fermo della Battaglia, dove aveva ottenuto il posto.

La vicenda è indubbiamente tecnica, ma anche sostanziale, perché l’interpretazione della norma sulla “mobilità volontaria” tra pubbliche amministrazioni ha rischiato non già di ritardare, ma proprio di far saltare l’ottenimento di una divisa in quel di San Fermo da parte dell’agente in questione.

Il giudice del lavoro Luca Ortore ha però dato ragione all’avvocato Giuseppe Gallo, legale del vigile, e ha emesso un’ordinanza di urgenza con la quale prevede il trasferimento dell’agente con effetto immediato.

La controversia legale nasce tutta sulla interpretazione che il Comune di Como ha deciso di dare alla norma sul passaggio di personale tra amministrazioni diverse, che prevede la possibilità di ricoprire posti vacanti attraverso il passaggio diretto di dipendenti con qualifica corrispondente. Unico vinto: l’obbligo di permanenza per cinque anni nella sede di prima destinazione.

Al comando della polizia locale di Como l’agente che ha fatto causa alla sua amministrazione è arrivato, proveniente da Milano, nel 2015 e quindi oltre sette anni fa. Da qui la decisione, vista la ricerca di personale con la medesima qualifica a San Fermo, di procedere al trasferimento. Il Comune ha però bloccato tutto sostenendo che fosse diritto dell’amministrazione di differire il trasferimento in attesa dell’effettiva assunzione di sostituti oltre ad altri trenta giorni in caso di necessità di affiancamento. In realtà questa opzione vale per i Comuni piccoli, per i quali un trasferimento rischia di mandare in crisi la pianta organica, non certo per una città capoluogo. E siccome il trasferimento sarebbe sfumato se fosse arrivato dopo il 16 gennaio, termine ultimo imposto dal Comune di San Fermo, il giudice si è visto costretto a emettere un’ordinanza d’urgenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA