Il virologo Pregliasco rassicura sul Covid dalla Cina ma sottolinea che «è bene completare il ciclo vaccinale»

La pandemia Da noi solo il 13% ha il secondo richiamo. Pregliasco: «Per ora preoccupazioni solo istituzionali. Corretto però prendere subito opportune precauzioni»

«Per ora si tratta di una preoccupazione solo istituzionale, ma è corretto prendere tutte le precauzioni del caso. A cominciare dal completamento del ciclo vaccinale».

Il virologo Fabrizio Pregliasco frena sul timore di una ripresa dei contagi da Covid per l’imminente allentamento delle misure per chi viaggia da e per la Cina, ma invita a non dimenticare che il virus è ancora in mezzo a noi.

Anche a Como, naturalmente, dove la campagna vaccinale ha rallentato molto: solo il 13,3% della popolazione si è sottoposta al secondo richiamo. Per fortuna i dati sulla diffusione del virus sono sempre più tranquillizzanti: il report di ieri di Ats Insubria certificava una flessione costante del numero di casi e dell’incidenza. Nelle ultime tre settimane prima di Natale i nuovi positivi sono stati rispettivamente 1.842, 1.351 e 1.109, in netto calo. E lo stesso vale per la pressione sugli ospedali - in questi giorni ben più provati dall’influenza - e sulle terapie intensive.

Certo, la prospettiva di una riapertura delle frontiere interessa da vicino il nostro territorio, per la fitta rete di rapporti commerciali con la Cina, delegati dall’inizio della pandemia all’intermediazione degli agenti di commercio. Ma il mondo economico non sembra scalpitare per riprendere i voli verso Pechino, alla luce dell’allarmante situazione epidemica da quelle parti e per l’incombenza del Capodanno cinese, che dalla fine di gennaio paralizzerà per 15 giorni il Paese.

Le festività

Piuttosto, proprio il periodo delle festività potrebbe riattivare le partenze dei cinesi che vivono e lavorano da noi e che aspettano da tre anni di poter tornare a casa. I primi dati sanitari dei viaggiatori in arrivo dalla Cina, in realtà, sono abbastanza tranquillizzanti: se è vero che è risultato positiva quasi la metà dei test effettuati sui primi 212 passeggeri in arrivo dalla Cina a Malpensa e sottoposti a tampone, l’esito del sequenziamento dei primi tamponi ha riscontrato solo sottovarianti di Omicron già presenti sul territorio italiano e da cui siamo protetti. Grazie, appunto, ai vaccini.

«Questa inversione a U della strategia cinese apre a dei rischi - spiega il professor Pregliasco - Dopo la campagna “Covid zero”, malfatta perché impossibile, questo “liberi tutti” rischia di creare nuovi problemi, perché consideriamo che la Cina adesso è nella situazione in cui si trovava la Bergamasca da noi alla prima ondata di Covid, il che ha dell’incredibile a tre anni dall’inizio della pandemia...».

Lo scenario

Cosa potrebbe significare questo per il futuro? «Lo scenario è tutto da capire, ma i contagi potrebbe essere importanti. Dall’8 gennaio in poi, e con le festività cinesi, dopo anni di chiusura si tornerà a viaggiare e questo potrebbe facilitare una recrudescenza dell’epidemia. Preoccupa che l’enorme quantità di casi potenzialmente in circolazione possa selezionare una variante particolarmente ostile. E bene hanno fatto il governo e la Regione Lombardia a introdurre misure di controllo tempestive».

Meglio rimettere le mascherine? «No, per ora si tratta solo di preoccupazioni istituzionali, ma è bene ricordare che il virus non è finito. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sui richiami vaccinali, soprattutto per i fragili, e ricordare sempre che il virus è con noi. Speriamo rimanga sempre nella forma poco aggressiva attuale, ma non possiamo averne la certezza».

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