Insubria, il prorettore perde la causa. Il Tar: «Sanzione disciplinare corretta»

Università Il rettore Tagliabue vince il primo round contro il suo vice nella battaglia al vertice. I giudici: «Nel Dipartimento di scienze umane tanti malumori e mal di pancia con un elevato grado di rivalità»

Quel «greve» ribadito in più punti della mail indirizzata a un collega, e inviata per conoscenza a una pluralità di professori dell’Insubria, è giusto fosse punito. E il consiglio di disciplina non ha violato alcuna norma quando, nel luglio di due anni fa, ha sospeso per 10 giorni il prorettore come conseguenza di una sanzione proposta dal rettore. Nella battaglia a colpi di veleni e ricorsi in seno ai vertici dell’università dell’Insubria, il responsabile Angelo Tagliabue incassa una prima pesante vittoria contro il suo braccio destro (di diritto, più che di fatto) Stefano Serra Capizzano. I giudici del Tar di Milano, infatti, hanno respinto su tutta la linea il ricorso presentato dal prorettore dell’Università dell’Insubria contro la sanzione disciplinare che ha fatto deflagrare la guerra tra le massime cariche dell’ateneo comasco-varesino.

Al centro della battaglia il tanto chiacchierato Dipartimento di Scienze umane, il Disuit. Come documentato anche dal nostro giornale, nei primi mesi del 2021 all’interno del Dipartimento - che ha sede a Como - il clima ha iniziato a essere pesante anziché no. Con tensioni sempre più evidenti tra docenti e componenti del Dipartimento e, soprattutto, tra professori del corso di Scienze della comunicazione e quelli di Scienze della mediazione linguistica.

In questo clima il prorettore, che all’epoca faceva parte del Dipartimento, è entrato a gamba tesa inviando una mail - in risposta a uno dei docenti del Disuit - accusandolo di essere «greve, greve nel tuo accentrare cariche, convinto che ciò ti dia identità... Cariche che però svuoti e rendi prive di significato perché non si sono idee, dialogo, inclusione, ma solo occupazione di caselle in un disegno bellicoso tanto greve quanto infantile». E ancora: «Sei greve, greve in una vita intellettuale spesa da quando ti conosco a smascherare complotti che non esistono e a ordirne di reali per difendersi da ciò che non avviene».

«All’interno del Dipartimento, c’è un ambiente contrassegnato da malumori e mal di pancia e da un certo grado di rivalità tra i relativi componenti»

Il Tar, ovviamente, non entra in alcun modo nel merito del «clima esistente all’interno del Dipartimento, un ambiente contrassegnato da malumori e mal di pancia - scrivono i giudici - e da un certo grado di rivalità tra i relativi componenti». La sentenza si concentra, piuttosto, sul rispetto della procedura. E dunque: nessuno dubbio sul fatto che «compete al rettore l’avvio del procedimento disciplinare». E che i tempi di contestazione e presa di posizione sono stati rispettati. Così come la decisione del Collegio di disciplina, che ha «ritenuto» il contenuto della mail del prorettore «palesemente offensivo», è stata ritenuta motivata correttamente. Respinta anche l’accusa di «assenza di neutralità» del Collegio.

Infine: «Quanto alla proporzionalità della sanzione, va osservato che è stata comminata» quella «più lieve dopo la censura, peraltro in misura minima. E in proposito» Stefano Serra Capizzano «non offre elementi utili per sostenere la sproporzione della sanzione se non la propria opinione».

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