La coppia di truffatori comaschi: accusati di truffa, abusivismo finanziario e riciclaggio. Confiscati beni per 3,4 milioni

L’operazioneProvvedimento eseguito dalla Finanza dopo le condanne. Una villa ad Albate, quattro auto, quote societarie e i filamenti di nichel

Una villa ad Albate, quattro automobili tra le quali una Opel Corsa e altre tre di pregio (una Porche 911 Coupè, una Audi Q8 ed una Bmw M3), ma anche quote societarie e pure i filamenti di nichel che gli indagati avevano inserito nei bilanci societari per circa 2 miliardi di euro (ma il cui valore è stato prudenzialmente valutato, dai periti del Tribunale di Como in un importo oscillante tra 200.000 euro e 1,2 milioni).

Quanto fin qui elencato fa parte dei beni che il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como ha confiscato – eseguendo un provvedimento definitivo – dopo che il giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo aveva ratificato i patteggiamenti per una coppia – marito e moglie – arrestata lo scorso mese di gennaio per fatti di truffa, abusivismo finanziario e autoriciclaggio.

Le azioni e la promessa

Antonio Sedino, 47 anni, aveva raggiunto un accordo per 3 anni e 9 mesi, mentre la moglie Elisa Cristhal Zanarotto, 31 anni, aveva patteggiato 2 anni e 8 mesi. Secondo le indagini della Guardia di finanza, Sedino aveva convinto circa 160 persone del fatto che la società sua e della moglie, la Ixellion con sede in Estonia, fosse legata commercialmente a importantissime aziende quotate al Nasdaq (l’indice hi tech di Wall Street), e che fosse pure in procinto di sbarcare sul mercato azionario europeo (in particolare, tra le altre, alla Borsa di Francoforte, di Monaco, di Parigi e Vienna). L’imminente quotazione avrebbe consentito a chi si fosse mosso per tempo di ritrovarsi ben presto in possesso di azioni il cui valore avrebbe potuto anche raddoppiare, rispetto all’investimento iniziale. L’approdo in Borsa tuttavia non era mai avvenuto e alcuni investitori si erano fatti avanti per chiedere spiegazioni rivolgendosi poi alle Fiamme gialle.

Autoriciclaggio

La notizia della confisca definitiva di beni per 3,4 milioni di euro è stata data ieri dalla Finanza. Le indagini si erano infatti focalizzate sul rintraccio dei profitti illecitamente conseguiti e poi auto-riciclati dalla coppia. «È stato in tal modo possibile individuare – scrivono i finanzieri - autovetture, gioielli e immobili di pregio nei cui confronti il Tribunale di Como ha disposto la confisca definitiva sino alla concorrenza del profitto del reato commesso quantificato in circa 3,4 milioni di euro. La confisca ha comportato l’immediato trasferimento ai conti correnti del Ministero della Giustizia di 378.850 euro, valore costituito da quote societarie e fondi pensione, nonché dal ricavato derivante dalla vendita delle quattro automobili».

La confisca ha quindi riguardato altri beni che verranno banditi all’asta nei prossimi mesi dal Tribunale di Como e in particolare la villa di pregio con le relative pertinenze, dimora che si trova ad Albate, sotto il Monte Goi, dal valore quantificato in circa 630.000 euro.

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