
Cronaca / Como città
Domenica 08 Gennaio 2023
L’affare d’oro di via Paoli e il ruolo del Comune: «Senza quella delibera sarebbe saltato tutto»
L’inchiesta L’ex assessore canturino Ferrari congela la firma del rogito oltre per due ore. Il venditore: «Se l’amministrazione avesse rigettato il documento Aldi non avrebbe comprato»

La “soffiata” partita dal Comune di Como e diretta all’ex assessore canturino Claudio Ferrari, agli arresti da mesi con l’accusa di bancarotta fraudolenta e di fuga milionaria di capitali alla volta della Svizzera, è stata decisiva per la conclusione dell’affare milionario sfociato nell’apertura del supermercato Aldi in via Pasquale Paoli.
A dirlo ai finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria di Como e al pubblico ministero titolare del fascicolo, è Alberto Cimnaghi, proprietario con la sua famiglia dell’ex mobilificio Al Vo’ sui cui terreni ora sorge l’ennesimo punto vendita sull’asse Rebbio-Camerlata. Un mese fa, poco prima della chiusura delle indagini preliminari, l’imprenditore si è presentato in Tribunale come persona informata sui fatti, ovvero come testimone. E davanti al magistrato e al personale delle fiamme gialle ha ripercorso l’affare d’oro che avrebbe consentito - secondo l’accusa - agli ex assessori canturini Ferrari e Quintavalle di trasferire in Svizzera una plusvalenza milionaria, così da sottrarla al fisco italiano.
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