L’Anticorruzione sul rebus dell’asilo Sant’Elia: «Prioritario il rispetto dell’opera»

L’opera abbandonata L’ente romano chiede che si privilegi il bene culturale rispetto al suo utilizzo. È stata l’associazione degli ingegneri di Confindustria a chiedere un pronunciamento definitivo

La ristrutturazione del Sant’Elia deve privilegiare il bene rispetto al suo utilizzo come asilo. Lo dice l’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione si è espressa quest’anno con una delibera ufficiale circa la riqualificazione degli edifici storici che ospitano al loro interno scuole o ospedali. I lavori, si legge nella spiegazione del dispositivo, devono «privilegiare il bene culturale rispetto all’utilizzo». Una tesi sostenuta più volte anche dall’Ordine degli architetti di Como e dai maggiori esperti che si sono occupati del Sant’Elia. Un’opera costruita dal Terragni, il genio del razionalismo. Semplificando, prima occorre riqualificare il bene in sé, preservandone il valore, poi si può pensare al suo contenuto.

Preservare l’opera

«Nel caso di ristrutturazione di edifici sottoposti a vincolo storico artistico, prima della funzionalità di destinazione (scuola, ospedale, museo) va tenuto conto della tutela del bene, che è prioritaria rispetto all’utilizzo funzionale. Nel caso di beni sottoposti a tutela, questo è l’elemento prevalente, anche rispetto alla destinazione finale dell’edificio».

L’Anac con questa delibera tecnicamente ha risposto ad un quesito formulato dall’Oice, l’associazione degli ingegneri interna a Confindustria. La domanda verteva più sul calcolo della parcella, alla luce delle maggiori complessità degli interventi. Vale però il ragionamento di fondo, quindi la maggiore importanza data alla conservazione del bene rispetto al suo utilizzo. L’interpretazione di questo dispositivo, che fa legge, ci è stata confermata anche dalla segreteria generale dell’Anac.

Inutile quindi pensare a come riportare i bambini dentro al Sant’Elia. Prima bisogna salvare l’edificio, conservandone l’autentica bellezza, senza snaturarlo affinché risponda alle normative relative a scuole e asili. L’attuale amministrazione comunale, almeno stando alle dichiarazioni, dentro al gioiello di via Alciato vorrebbe comunque riaprire un asilo. Gli interventi però non sono a breve termine, l’argomento è stato rinviato a data da destinarsi dal sindaco Alessandro Rapinese.

Come noto il Sant’Elia è stato chiuso dal Comune nell’aprile del 2019 a seguito di un sopralluogo di tecnici esterni che hanno valutato come pericolosi in particolare i pesanti e preziosi controsoffitti. In sostanza il Sant’Elia non risponde alle normative nazionali scritte per le normali scuole materne. Ma del resto siamo di fronte ad un monumento architettonico pensato negli anni trenta.

La svolta

Quanto stabilito dall’Autorità Anticorruzione lo scorso mese di gennaio rappresenta per il Sant’Elia una svolta. L’intervento di riqualificazione partito nel 2021 è stato interrotto, l’impresa secondo il Comune stava facendo danni. Un nuovo cantiere, se mai l’amministrazione comunale volesse mettersi d’impegno, deve per forza rispettare la bellezza dell’edificio. Non sono possibili interventi per modificare lo stabile sulla base delle varie normative collegate al mondo della scuola. Il Sant’Elia, ribadiscono gli architetti comaschi, non può essere snaturato.

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