L’autunno avanza, ma ci sono ancora persone che dormono per strada: sempre più giacigli tra il mercato e il centro

Emarginazione Dopo viale Varese, ora in via Giulini: confronto Comune-enti in vista dell’emergenza freddo. La Caritas: «Bisogna mediare sul termine “irregolari”»

A Como si rivedono i senzatetto dormire per strada, mentre Comune ed enti discutono della gestione degli irregolari all’interno dell’emergenza freddo.

L’autunno è iniziato da quasi un mese, e da qualche giorno in centro si notano persone dormire in diversi angoli della città con coperte e cartoni. Sotto ai portici di San Francesco si è trattato di casi isolati. Ma al portico del Crocifisso una decina di senzatetto, fino almeno a settimana scorsa, hanno steso il loro giaciglio, per poi sparpagliarsi in città dopo qualche episodio di tensione.

La situazione

Da qualche giorno, al mattino, i commercianti del mercato incontrano - come succedeva anni fa - persone accampate sulle scalinate di via Sirtori. C’è chi cerca riparo nelle vicinanza della Caritas. E ancora ci sono presenze in via Barelli, in tangenziale, come in via Giulini fuori dalla palestra chiusa. Per ora invece la situazione sembra calma, riferiscono i residenti, in viale Varese.

Certo l’arrivo delle temperature fredde impone delle soluzioni. L’amministrazione provinciale anche quest’anno ha messo a disposizione per l’emergenza freddo le ex caserme di via Borgovico, la gestione dell’accoglienza è poi di competenza comunale. Gli enti che lavorano sulla grave marginalità stanno dialogando con l’amministrazione per sciogliere alcuni interrogativi ancora aperti. Il più spinoso è la gestione degli irregolari. Più volte il sindaco Alessandro Rapinese ha ribadito che non c’è posto per chi non ha le carte in regola.

Settimana scorsa in consiglio comunale l’assessore ai Servizi sociali Nicoletta Roperto aveva promesso all’aula un aggiornamento, poi però non sono state convocate altre sedute. Contattata ieri la vice sindaco preferisce non rilasciare dichiarazioni. Spiega però che siamo ormai alle battute finali e che la speranza è aprire l’emergenza freddo prima del mese di dicembre. L’anno scorso l’accoglienza è partita dal 15 di novembre. Nessun commento sul tema degli irregolari: «Stiamo dialogando», si limita a riferire.

In cerca di una mediazione

Dalla Caritas c’è la conferma del confronto tra il Comune e gli enti che siedono al tavolo per la grave marginalità. «Stiamo cercando una mediazione sul termine irregolarità – dice Beppe Menafra, referente del servizio Porta Aperta – perché le generalizzazioni non aiutano e serve mettere dei punti chiari».

Soprattutto per i neo arrivati che pur non avendo documenti e permessi possono fare domanda per regolarizzare la propria posizione. L’emergenza freddo comunque dovrebbe partire con numeri bassi. «Una ventina di persone – dice ancora Menafra – almeno all’inizio, poi aumentano sempre. Ad oggi i senzatetto in centro sono sparsi, prima erano concentrati al Crocifisso, ma la convivenza era difficile. In alcuni punti poi chi dorme si alza molto presto e la città non fa in tempo a notarli».

La rete per la grave marginalità offre ancora le colazioni calde a chi dorme per strada. Il direttore della Caritas, Rossano Breda, comunque è preoccupato non solo per i senzatetto da accogliere nel periodo invernale, ma anche «per le famiglie messe in difficoltà dall’aumento di costi dell’energia con un aumento degli accessi ai centri d’ascolto». Il timore è che presto crescano nuove povertà.

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