Le conseguenze dell’attacco hacker ad Ats: screening oncologici in ritardo di nove mesi

Mammografie Per colon e utero attività ripresa ma per il seno è stato necessario ricostruire gli elenchi. Nel 2021 l’adesione ai test era stata del 64,8%

Screening oncologico, mesi di ritardi per colpa degli hacker: se per colon e cervice uterina l’attività è ripresa in pieno, per le mammografie solo ora l’Ats Insubria conta di ripartire a pieno regime, e qualche disservizio potrebbe verificarsi ancora.

Dopo le difficoltà della pandemia, con uno stop forzato dei programmi di prevenzione, a maggio dell’anno scorso l’agenzia per la tutela della salute è stata vittima di un attacco informatico. Gli hacker, con tanto di richiesta di riscatto, hanno fatto saltare anche gli screening. Le attività si sono quindi fermate tra giugno e settembre, salvo cercare di portare avanti d’estate le mammografie ricostruendo gli elenchi con i contatti dei cittadini da convocare.

Anche per gli esiti

Nell’autunno gli screening al colon e alla cervice uterina sono ripresi, mentre l’Ats conta da questo mese di riportare alla normalità anche le mammografie. Ci sono stati quindi slittamenti e ritardi.

«Abbiamo avuto anche difficoltà ad inviare gli esiti alle pazienti – ha spiegato ieri durante una conferenza stampa Annalisi Donadini, direttore della medicina preventiva dell’Ats – I centri di radiologia data l’urgenza hanno contattato direttamente le mammografie sospette e positive. Ma è mancato a lungo il supporto informatico per le altre pazienti».

Gli hacker hanno bucato il sistema di refertazione e hanno compiuto un vero furto, hanno preso possesso di una mole rilevante di dati e informazioni. A molte donne, anche anziane, Ats ha chiesto di utilizzare il fascicolo sanitario. «Ma è un portale complesso da usare – ha detto Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats – che deve essere potenziato e migliorato. Purtroppo gli hacker hanno compiuto una grave azione da veri delinquenti. Noi comunque abbiamo applicato tutte le possibili misure di sicurezza». Sul caso il Garante per la protezione dei dati personali ha messo sotto inchiesta l’Ats Insubria per accertare se fosse adeguate le misure per garantire la sicurezza informatica.

Nel 2022 quindi c’è stato un calo dell’adesione agli screening. «I dati del 2022 non sono ancora consolidati – ha detto ancora Donadini – ma almeno per gli screening mammografici gli esami fatti saranno di meno, soprattutto perché dopo l’attacco hacker abbiamo lavorato anche molto sulle cittadine che storicamente non aderiscono ai programmi».

I numeri

Nel nostro territorio nel 2021 ha aderito allo screening per la prevenzione del tumore al seno il 64,8% delle donne tra i 50 e i 74 anni invitate, con un 5% di esami di approfondimento. È poco, ma non è un dato inferiore rispetto al panorama regionale e nazionale. Nello stesso anno il 44% dei cittadini tra i 50 e i 74 anni ha effettuato lo screening del colon retto, con un 4,8% di esami d’approfondimento. Lo screening della cervice uterina si ferma al 32,4%, con un 2,6% di analisi di approfondimento.

Si può fare di meglio. Di qui l’appello dei vertici dell’Ats: aderire agli screening gratuiti significa fare davvero prevenzione. La mammografia, la ricerca del sangue occulto nelle feci e il Pap test o il l’Hpv dna sono strumenti essenziali per la lotta ai tumori. Una malattia i cui numeri, purtroppo, sono in aumento, ma che è possibile combattere se individuata per tempo.

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