Le persone senza fissa dimora a Como per l’Istat sono 508, ma il numero è ancora influenzato da quanto accaduto nel 2016

I dati Tra quelle di medie dimensioni la nostra è la città con i numeri più alti in Lombardia stando al censimento. Molti di quelli che si sono registrati all’anagrafe comunale negli ultimi anni però adesso vivono altrove

Sono 508 le persone senza fissa dimora che vivono nel comune di Como secondo i dati del censimento pubblicato dall’Istat lo scorso 15 dicembre. Il dato, che posiziona Como al secondo posto in Lombardia, dopo Milano, per numero di persone in condizioni di emergenza abitativa, desta però qualche dubbio. Infatti, per individuare i senzatetto, l’Istat ha richiesto ai comuni di indicare quante persone fossero iscritte ai registri anagrafici comunali in un indirizzo di residenza fittizio o presso l’indirizzo delle associazioni che operano a sostegno dei senza fissa dimora: queste persone infatti, in assenza di una casa, possono eleggere il proprio domicilio presso il Comune dove abitualmente vivono.

Stando al censimento di Istat, 17 di questi 508 sono minorenni fino ai 17 anni (5 maschi e 12 femmine), nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni invece 157 (142 sono maschi e 15 femmine), tra i 35 e i 54 anni 205 di cui 182 maschi e 23 femmine, dai 55 anni in su 114 maschi e 15 femmine per un totale di 129 persone. In totale quindi sul territorio comunale di Como ci sono 443 uomini senza fissa dimora e 65 donne (di cui però ben dodici ragazze minorenni).

«Il dato è altissimo - commenta Giuseppe Menafra di Porta Aperta - soprattutto se riferito al solo Comune di Como. Le persone che passano da noi in un anno non sono molte meno, ma non vivono tutte a Como, si spostano: infatti i numeri in mensa sono più bassi, si parla di un centinaio di persone che vengono ogni giorno». Perché allora l’indagine Istat colloca Como tra le città di medie dimensioni con un numero più elevato di persone senza fissa dimora, superando anche centri più grandi come Sesto San Giovanni (225 senzatetto), Bergamo (103 senzatetto), Brescia (478) e Monza (278)?

«Probabilmente influisce ancora il dato del 2016 - continua Menafra facendo riferimento all’arrivo in massa di migranti da Etiopia ed Eritra a Como per raggiungere la Svizzera - può essere che allora centinaia di persone si siano iscritte all’anagrafe di Como con indirizzo fittizio e che poi però si siano spostate dal comune e siano andate a vivere altrove». D’altra parte censire persone che vivono in condizioni di emergenza abitativa è tutt’altro che facile. Il censimento Istat non tiene conto infatti delle persone senza fissa dimora iscritte all’anagrafe del Comune di riferimento che però non risiedono più in quel territorio.

Secondo l’Istat, di queste 508 persone presenti a Como, 201 sarebbero di cittadinanza italiana e 307 straniera. «A Porta Aperta la nazionalità delle persone senzatetto più frequente è quella italiana, ma se sommiamo tutte le nazionalità straniere, queste ammontano a circa l’80%. Per quanto riguarda invece i minorenni è ancora più strano... le famiglie di migranti qui sono abbastanza rare, mi sembra che i numeri indicati a proposito dei minorenni siano troppo alti» specifica però Menafra, a dimostrazione di come i dati non rispecchino alla perfezione la realtà attuale di Como. «In ogni caso quella della residenza fittizia è una mezza soluzione, ci sono dei problemi: ad esempio queste persone non possono più ricevere la posta, perché il Comune ha tolto questo servizio e quindi per recuperare la tessera sanitaria, per esempio, ci dobbiamo attivare noi associazioni e fare la richiesta perché non hanno un indirizzo dove riceverla».

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