Lungolago, 15 anni fa esatti l’avvio del cantiere. La fine (forse) nel 2024

Paratie L’8 gennaio del 2008 erano iniziati i lavori. Altro che mille giorni, solo tra due mesi il primo tratto. Ulteriori ritardati causati dalla pandemia, e non solo

Sono passati 15 anni dall’arrivo, sul lungolago, dei primi operai per avviare i lavori di quella che avrebbe dovuto essere una grande opera e, invece, si è trasformato in un incubo. I 1.085 giorni di cantiere promessi all’inizio sono diventati cinque volte tanto (5.479 per essere precisi) e ce ne vorranno ancora circa 500 per poter scrivere la parola fine a una ferita ancora aperta nella parte più bella della città.

Il ritardo attuale rispetto alle promesse iniziali è arrivato a ben 12 anni e crescerà ancora. La data messa nero su bianco nel luglio del 2020, quando è ripartito il cantiere (dopo muri costruiti e abbattuti, inchieste del tribunale e condanne in primo grado, contratti annullati, progetti e gare rifatti) era stata il 27 aprile del 2023. Ma andrà traslato tutto in avanti di circa 12 mesi, tanto è ritardo accumulato a causa del Covid e dei problemi registrati l’anno scorso durante l’infissione delle palancole tra piazza Cavour e la darsena, che hanno portato a modifiche in corso d’opera. Tra un paio di mesi, però, verrà aperta la passeggiata tra Sant’Agostino e la piazza, dove i lavori (affidati al gruppo di imprese Rossi Renzo Costruzioni, Cgx, Ranzato e la comasca Engeco) sono ormai in fase avanzata.

Tra la darsena e piazza Matteotti è già stata posata buona parte del porfido e si vedono gli spazi lasciati per gli arredi (in primis le fioriere) che sono di competenza del Comune. Palazzo Cernezzi ha appaltato i lavori a ottobre, ma i tempi si sono allungati a causa di problemi burocratici legati a una delle imprese ausiliarie di Edilizia Valdaostana, che si era aggiudicata l’incarico da un milione di euro.

La società ausiliaria non era risultata in regola con posizioni Inps e Cassa Edile e, a quel punto, è stata individuata un’ulteriore impresa dalla vincitrice e da quanto si apprende sono state ultimate le verifiche e la firma del contratto dovrebbe ormai essere questione di giorni. Poi dovrebbe (salvo nuovi intoppi) partire il cantiere di competenza di Palazzo Cernezzi che include la pista ciclabile sotto i tigli (probabilmente la prima cosa ad essere realizzata), ma anche le fioriere e i disegni nella pavimentazione oltre ad alcune incisioni tratte dall’opera “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, a cui sarà dedicata la passeggiata e di cui quest’anno ricorre il bimillenario della nascita. Le panchine, da realizzare sul modello di Ico Parisi, saranno invece oggetto di un appalto specifico al momento non ancora affidato.

Tornando al cantiere in corso nelle prossime settimane sarà completato con il porfido l’intero tratto fino a Sant’Agostino e, successivamente le opere riprenderanno dalla darsena verso piazza Cavour. Resteranno poi da effettuare gli interventi proprio sulla piazza (va realizzata anche la nuova biglietteria della Navigazione) e ancora nel primo tratto, quello che va fino ai giardini a lago. Lì è solo necessario adeguare quanto già realizzato al nuovo progetto e, soprattutto, alle nuove disposizioni in materia anticendio. Verranno quindi collocati micropali in modo tale da incrementare il sostegno alla vasca già realizzati. Poi, ovviamente, anche lì si dovrà procedere con la posa della pavimentazione in porfido, con gli arredi (in quel caso si andrà più veloci visto che pavimentazione e fioriere andranno in contemporanea) e la pista ciclabile.

La parola fine allo scandalo - a meno di ulteriori imprevisti (ma tutti gli addetti ai lavori sono concordi nel sostenere che le fasi più delicate del cantiere sono ormai alle spalle) - verrà probabilmente scritta tra un anno e qualche mese, nella primavera del 2024. Questa è la tempistica prevista dalla Regione dopo la valutazione dei ritardi e delle problematiche emerse durante i lavori.

Questo significa che se questa volta le date saranno rispettate si arriverà alla conclusione della vicenda più di 16 anni dopo il suo inizio. E, a voler essere precisi nella cronologia del disastro, si può andare indietro fino al 1995, quando venne approvato dalla giunta Botta il piano di massima della maxi opera. Nel luglio scorso, da quel primo via libera, di anni ne sono passati 27. Questo significa che si arriverà a lambire i 29 anni per la realizzazione di un’opera che, inutile ricordarlo, avrebbe dovuto portare alla città un nuovo lungolago e, invece, l’ha portata a dover fare i conti con palizzate, promesse, errori, muri, polemiche, inchieste proteste di vario tipo (incluse le campagne de “La Provincia” con le cartoline prima e i lucchetti poi).

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