Mai così poca pioggia negli ultimi 24 anni. Il 63% sotto la media

Il clima Il meteorologo dell’Arpa ha analizzato i dati: «Numeri molto più bassi anche rispetto al famoso 2003». Servirebbe un’estate piovosa, ma si va verso l’opposto

All’inverno più asciutto e mite degli ultimi trent’anni, è seguita una primavera senza pioggia. Per ribaltare il trend, servirebbe un’estate bagnata come quella del 2014: ma le previsioni dicono tutt’altro. Il meteorologo dell’Arpa Matteo Zanetti commenta i numeri pluviometrici di Como, analizzando i rilevamenti della stazione collocata a Villa Gallia. «I primi dati sono del 1999 – premette – di solito, le tendenze sono trentennali, ma in ogni caso siamo in grado di mettere a punto una valutazione attenta e robusta».

I mesi di marzo, aprile e maggio, vale a dire la primavera “meteorologica” del 2022, sono stati i più secchi in assoluto. «La stagione è stata molto meno piovosa rispetto al passato – aggiunge Zanetti - e, inoltre, non ha nevicato in montagna. Quest’ultimo fattore non ha consentito il solito deflusso delle nevi verso i fiumi, per esempio l’Adda, e il conseguente riempimento dei laghi, compreso quello di Como». Entrando nello specifico, in 91 giorni sono caduti, in città, 131 millimetri di pioggia: la media, negli ultimi 24 anni, è di 344 millimetri. Ciò significa che, nel 2022, si è registrata una diminuzione del 62%. Non solo: nel 2003, l’anno ricordato per la caldissima estate, caddero 132 millimetri di acqua. Mentre lo scorso anno si registrarono 274 millimetri: sempre sotto media, ma il valore, specie se paragonato con quello attuale, è comunque consistente.

Se consideriamo i primi sei mesi dell’anno, il trend non cambia, anzi: «Anche in questo caso – commenta il meteorologo – registriamo 211 millimetri di piogge cumulate. La media è di 568, una riduzione del 63%. Se prendiamo come paragone il 2003, in quel frangente caddero 264 millimetri di acqua». L’inverno del 2021 è stato il più asciutto e mite degli ultimi 30 anni: «Le altre volte, però, a stagioni così secche succedevano primavere molto piovose – fa notare Zanetti - non è andata così questa volta».

È difficile cercare di stabilire un trend: «Se prendiamo la primavera – rincara l’esperto – bisogna tenere presente che c’è sempre stata una variabilità importante. Dal 1999, c’è un leggero calo, ma si parla di dieci millimetri in meno spalmati in dieci anni. Inoltre, il regime delle piogge è sempre critico da analizzare». Lo scorso luglio, per esempio, fu molto piovoso. Non solo, fu caratterizzato anche da smottamenti, frane e dissesti idrogeologici capitati un po’ ovunque sul nostro territorio. «Quando arriviamo da periodi molto caldi – spiega Zanetti – c’è un accumulo di energia negli strati bassi dell’atmosfera. Così, andando verso la stagione estiva, aumenta il rischio di temporali».

Meteo incerto

Si confida nell’incertezza delle previsioni meteorologiche distanti diverse settimane. Ma, al momento, tutti gli elementi portano a una possibile conclusione: potrebbe arrivare una delle estati più calde di tutti i tempi, sui livelli di quella eccezionale del 2003.

«Per ripianare la scarsità d’acqua – conclude Zanetti - servirebbe un’estate piovosa rara come quella del 2014. Le previsioni però descrivono uno scenario caldo e asciutto. Quindi probabilmente toccherà aspettare le piogge autunnali». Nel frattempo, è importante non sprecare l’acqua.

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