Marocchino indagato per stalking e lesioni. Imponeva pure il velo

Vessazioni anche fisiche. Divieto di avvicinamento all’ex compagna. L’uomo ha negato tutto

Stavano insieme da poco, appena tre mesi giorno più giorno meno, eppure il clima - per una ragazza di origine marocchina e con passaporto spagnolo - era già diventato insopportabile. Il suo compagno, 34 anni, più grande di lei, non solo era aggressivo, ma le imponeva anche il modo di vestire, come uscire di casa, e soprattutto di indossare il velo.

Un crescendo di vessazioni e di violenze verbali e fisiche, con segni evidenti lasciati sul volto, che sono stati notati dal datore di lavoro della ragazza – un ristoratore di Como - che non ha indugiato e ha chiamato la polizia per segnalare quanto stesse avvenendo.

Di fronte agli agenti, la giovane, classe 2001, è scoppiata in un pianto liberatorio, raccontando di quella relazione “malata” che temeva, come preannunciato dall’uomo e in seguito all’accordo tra le famiglie entrambe di origine marocchina, che potesse pure finire in un matrimonio che era già stato ventilato. Il compagno non era affatto “leggero”, con le botte che infliggeva alla ragazza: nel corso di un accesso al pronto soccorso, infatti, erano state refertate dai medici dell’ospedale contusioni giudicate guaribili in 24 giorni.

Una volta ricevuta la segnalazione dal ristoratore di Como, la squadra volante della polizia ha raggiunto la giovane, ascoltando il suo racconto di botte e di vessazioni di ogni tipo, compreso quell’obbligo di vestirsi come decideva lui, indossando il velo.

Il fascicolo, nel frattempo segnalato alla Procura della Repubblica, è finito nelle mani della squadra Mobile che ha concluso gli accertamenti e gli approfondimenti, arrivando a chiedere – tramite il pubblico ministero titolare del fascicolo, Michele Pecoraro – la misura cautelare del divieto di avvicinamento, da parte dell’uomo (di cui non facciamo il nome a tutela della vittima delle vessazioni) a quella che era stata la sua compagna. L’uomo è accusato di stalking e lesioni.

Il fidanzato, 34 anni marocchino domiciliato a Cirimido, una volta notificata la misura, ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda. Nelle prossime ore verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari.
M. Pev.

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