Maxi frode internazionale sul nichel. I coniugi di Albate: patteggiamo la pena

L’inchiesta Proposto alla Procura di chiudere i conti con la giustizia. A lui 3 anni e nove mesi di carcere, a lei 2 anni e 8 mesi. A sentenza definitiva perderanno la villa

Avevano cercato di negare le loro colpe. Avevano presentato carte che, a loro giudizio, li avrebbero scagionati. Avevano provato a convincere i giudici del Riesame a cancellare l’arresto deciso dal gip di Como. Ma alla fine, cinque mesi dopo il loro arresto ad opera della Guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore capo Nicola Piacente, hanno dovuto capitolare.

Patteggiano la pena Antonio Sedino (46 anni) e Elisa Cristhal Zanarotto (30 anni), i due coniugi di Albate arrestati a gennaio per una maxi truffa legata alla vendita milionaria di azioni - assolutamente prive di valori - delle loro società che promettevano guadagni record agli investitori grazie a mirabolanti commesse nel mondo della commercializzazione del nichel. A denunciare di essere stati truffati circa 160 investitori convinti di aver fatto l’affare dell’anno con l’acquisto di azioni di una società hi tech estone, la Ixellion.

Sedino si è dimostrato un vero maestro dell’incanto. In poco più di due anni, infatti, è è riuscito a raccogliere oltre 4 milioni di euro vendendo «carta straccia», per dirla con il giudice delle indagini preliminari Andrea Giudici, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei coniugi di Albate, ma di fatto anche stano alla decisione di patteggiare la pena senza difendersi in dibattimento.

Le accuse

L’inchiesta del nucleo di polizia economico finanziaria di Como ha permesso di ricostruire il modus operandi di Sedino, peraltro non nuovo a accuse simili. Nel corso degli ultimi anni l’imprenditore avrebbe disseminato trappole ben congegnate, tutte sottoforma di investimenti in strumenti di comunicazione quali - ad esempio - spazi pubblicitari sul Sole 24Ore, per riuscire a convincere circa 160 persone del fatto che la società sua e della moglie, legata commercialmente - a loro dire - a importantissime aziende quotate al Nasdaq (l’indice hi tech di Wall Street), era in procinto di sbarcare sul mercato azionario europeo (in particolare,tra le altre, alla Borsa di Francoforte, di Monaco, di Parigi e Vienna) e che l’acquisto anticipato dei titoli avrebbe consentito agli investitori stessi di ritrovarsi ben presto in possesso di azioni il cui valore sarebbe potuto anche raddoppiare, rispetto all’investimento iniziale, una volta partite le quotazioni.

Quando gli investitori avevano iniziato a spazientirsi e avevano chiesto a Sedino conto del ritardo dello sbarco in borsa, lo stesso era riuscito nell’impresa di vendergli altre azioni senza alcun valore assicurando, in tal modo, uno sconto per farsi perdonare dei ritardi.

La confisca della casa

Di contanti i finanzieri, all’atto del sequestro scattato il giorno dell’arresto, non ne hanno trovati molto. Ma la casa dei coniugi, una bellissima villa immersa nel verde di Albate ai piedi della Spina verde e che fu di proprietà dell’ex proprietario del Como Guido Gieri (il quale aveva denunciato a suo tempo di essere stato raggirato proprio da Sedino), è stata messa sotto sequestro. Quando la sentenza passerà in giudicato, quindi, dovrebbe scattare la confisca.

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