Migranti, è allarme sul confine: respinti 53 minori in due mesi

Stranieri Nel corso del 2022 sono stati 250 i ragazzi riconsegnati all’Italia. Ora si teme l’arrivo di una nuova ondata, dopo l’incremento degli sbarchi

Mentre tra Italia e Svizzera tiene banco la polemica sulla sospensione unilaterale, decisa da Roma, degli accordi di Dublino, i confini rimangono sotto pressione, “schiacciati” dai tanti migranti che tentano di attraversare la Svizzera per raggiungere il Nord Europa.

Tra questi un numero crescente di minori non accompagnati, come i due fratelli di 15 e 16 anni provenienti dal Burundi e arrivati in Italia a bordo di un barcone che le autorità elvetiche hanno già respinto e rimandato a Como per ben tre volte.

Stanti i dati degli operatori comaschi - ripresi in queste ore dal quotidiano ticinese “Venti minuti” - nel corso del 2022 sono stati circa 250 i respingimenti di migranti minorenni che guardie di confine e polizia cantonale hanno restituito all’Italia. Il picco risale ai mesi di agosto e settembre, quando nell’arco di sessanta giorni se ne concentrarono la maggior parte, circa 150. Gli ultimi dati disponibili sono quelli dei mesi di gennaio e febbraio 2023, quando la media sembrava anche superiore a quella dell’anno precedente, con 53 respingimenti. Il loro destino è più o meno sempre identico: i minorenni vengono presi in carico dal Comune di Como che li “smista”, per così dire, all’intrno di strutture convenzionate, come nel caso della parrocchia di Rebbio guidata da don Giusto Della Valle.

Provenienti da tutti gli angoli del pianeta - con una ovvia preponderanza da nazioni che sono teatro di guerre o di carestie - i ragazzi in genere scappano, poco disposti come sono ad arrendersi e a mettere radici in una città e in una nazione (Como e l’Italia) che generalmente non coincidono con i loro piani. La normativa per i minorenni - alcuni dei quali davvero molto giovani, in viaggio da soli a 12, 13 anni di età - non differisce di molto da quella che si applica agli adulti. Vengono in altre parole riaffidati alla polizia di frontiera italiana, fatti salvo i casi di coloro che richiedano asilo politico o protezione, nel qual caso vengono consegnati alla Segreteria d Stato per la migrazione (Sem). C’è una indubbia attenzione lungo il confine nelle ultime settimane: la ragione è da ricercarsi nell’incremento esponenziale degli sbarchi sulle coste italiane, a fine marzo il quadruplo del medesimo periodo dell’anno precedente. In Ticino temono che la pressione sui confini federali con l’Italia possa crescere fino ai livelli record del biennio 2015 - 2016.

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