Muggiò, palazzetto e piscina. La sfida è su tempi e progetti

Il confronto Molteni e Minghetti d’accordo: «Avanti con i nuovi impianti». Rapinese: «Non serve rifare la vasca, ma sistemarla e riaprirla subito»

Chiuso e abbandonato dal 2013, in attesa di capire se e quando arriveranno dal Pnrr i soldi richiesti. A tutti gli effetti, il palazzetto di Muggiò è una zona dismessa della città. A poca distanza, la piscina olimpionica è chiusa dal luglio del 2019. Su questi due temi, al dibattito organizzato da Confcooperative Insubria e La Provincia, i candidati sindaco hanno espresso le proprie idee, anche molto diverse tra loro.

«Nei primi dieci giorni di mandato – ha premesso Alessandro Rapinese , candidato per l’omonima lista civica - farò una variazione di bilancio e toglierò i nove milioni di euro stanziati per il rifacimento della piscina: il progetto è pericoloso e rischia di tenerci altri anni senza atleti in acqua». Di questi, «570mila copriranno il costo stimato per la riparazione. Mentre con 4,5 milioni finanzieremo una parte del nuovo palazzetto del ghiaccio e con il resto parte dei costi per il palazzetto dello sport». Per Rapinese, le varie strutture del quartiere, per esempio il campo Coni e il Gigi Meroni, dovranno essere collegate, grazie a un ponte, così da avere, infine, «una cittadella sportiva pedonabile, attraversabile e autofinanziata».

Per Giordano Molteni (centrodestra) è cruciale «insistere per portare a casa gli 11 milioni destinati al palazzetto. Se i fondi non dovessero arrivare, ridimensioneremo l’operazione, puntando su un palazzetto con dimensioni inferiori. Per quanto riguarda la piscina, dopo l’approvazione del bilancio può riprendere il percorso di realizzazione del nuovo impianto, che va portato avanti con determinazione».

Barbara Minghetti (centrosinistra) ha intenzione di non interrompere i progetti già in corso: «Credo sia una responsabilità di chi amministra – ha aggiunto – bisogna continuare lungo quanto tracciato sia per la piscina sia per il palazzetto. Ricordiamo che molte famiglie sono andate a vivere a Muggiò perché volevano consentire ai propri figli di praticare sport». E ancora Adria Bartolich (Il Bene Comune, Civitas) ha sottolineato l’abbandono delle strutture di Muggiò e ha ricordato come le attività da considerare non siano solo quelle agonistiche: «Lo sport è anche ricreativo e c’è stata molta disattenzione, in generale, verso le associazioni».

Per Vincenzo Grazian i di Verde è Popolare si potrebbero aggiungere dei servizi d’appoggio, senza levare nulla: «Metterei un campo da bocce, dobbiamo fare attenzione: possiamo creare tutto, ma poi dobbiamo saperlo gestire» . Roberto Adduci (Comitato assemblee popolari) è stato critico nei confronti del Pnrr: «Cerchiamo di prendere i soldi – ha commentato – ma svendiamo al contempo la nostra sovranità e capacità di fare politica». Per Francesco Matrale , «è scandaloso che le nostre ragazze debbano allenarsi a Monza. Approfittiamo dei fondi e mettiamo mano alle strutture».

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