Ospedali, in aumento i pazienti anziani. Poche dimissioni e i letti non bastano più

Sanità Cresce l’aspettativa di vita, oltre il 75% dei ricoveri riguarda persone con più di 65 anni. Quando escono dalla fase acuta non trovano posto nelle Rsa: «E il sistema così non può reggere»

Più del 75% dei ricoveri riguarda pazienti di oltre 65 anni. Con un numero crescente di assistiti anziani, gli ospedali faticano a dimettere. E i letti nei reparti non bastano più.

Del resti l’età media della popolazione comasca sta progressivamente aumentando: e la speranza di vita dal 2020 è tornata a salire del 2,1%. In percentuale i minori di 14 anni sono la metà rispetto agli ultra sessantacinquenni. Questo cambiamento demografico ha un peso sul sistema sanitario.

La situazione

«I processi di dimissione stanno rallentando – spiega Fabio Banfi, direttore generale dell’Asst Lariana - non riusciamo a dimettere una volta superata la fase acuta, pur avendo stabilizzato le condizioni dei pazienti. Questo accade perché molti anziani non riescono ad entrare nella fase di domiciliarità. Oppure perché le Rsa non hanno posto, al contempo molto famiglie si oppongono al trasferimento nelle strutture invece libere.

Questa occupazione a lungo termine dei posti genera una fatica all’interno dell’ospedale. A fronte negli ultimi anni di una progressiva diminuzione di letti nel sistema Paese». Ancor più a Como che come noto è sotto agli standard regionali e nazionali di letti ospedalieri per numero di persone residenti.

Persone che come detto hanno una età media sempre più elevata. «L’invecchiamento della popolazione equivale ad una più frequente necessità di ricovero – dice Brunella Mazzei, direttore sanitario dell’Asst Lariana – in più l’allungamento della speranza di vita comporta una percentuale crescente di pluri patologie».

Entro fine anno a Como in via Napoleona devono aprire 20 posti letto per le cure non acute, nel nuovo ospedale di comunità dentro al vecchio Sant’Anna. Sarà un piccolo aiuto per il territorio, per gli ospedali che devono dimettere pazienti ormai stabilizzati. Ma non si tratta di una novità tale da spostare gli equilibri, le difficoltà proseguiranno. Non a caso due anni fa l’Asst Lariana aveva costruito un progetto per portare in via Napoleona almeno 60 letti per le cure intermedie.

«I nuovi ospedali di comunità scontano anche la difficoltà di reperire personale – dice Riccardo Bertoletti, direttore sanitario del Valduce – anni fa erano stati attivati i letti sub acuti, per le cure non intensive. Poi di fatto sono rimasti in capo agli ospedali, non sono mai stati gestiti dalla medicina del territorio. Nel nostro ospedale purtroppo l’età media dei pazienti ricoverati è ancora più alta. Facciamo così fatica a dimettere pazienti ormai stabili che abbiamo attivato un referente amministrativo per cercare posti nelle Rsa. Oppure nelle case di sollievo, che ahimè pagano le famiglie».

Pochi infermieri nelle Rsa

Le Rsa di Como e provincia, per voce di Uneba, lamentano di essere diventate ormai delle succursali degli ospedali. Con anziani ospiti allettati e in gravi condizioni bisognosi di cure specializzate. Si tratta di servizi che il sistema regionale paga, è un costo riconosciuto. Ma le residenze per anziani soffrono la mancanza di infermieri. Dunque non avendo sanitari a sufficienza non riescono ad attivare nuova offerta, nuovi posti letto.

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