Paddeu fu scartato per la candidata “rivale”. Il primario fa causa al Sant’Anna, ma perde

La sentenza La Cassazione: legittimo scegliere Maspero come dirigente di pneumologia a Como. Il medico contestava il concorso e voleva i danni per aver dovuto ripiegare su Mariano Comense

Fu, per molti aspetti, una battaglia più politica che clinica quella tra Anna Maspero, ex primario della pneumologia del Sant’Anna in quota Lega, e Antonio Paddeu, oggi direttore del medesimo reparto a Cantù e dato, all’epoca, vicino a Forza Italia. Ma nelle aule di giustizia la vicenda politica restò fuori. Rimase la controversia procedurale con Paddeu che nel 2014 vinse la causa a Como. Ma quella sentenza è stata ribaltata dalla corte d’Appello e ora anche la Cassazione dà ragione all’ospedale: non fu illegittima la scelta fatta dalla direzione dell’allora azienda ospedaliera.

Partiamo dalla fine, dunque, ovvero dalla sentenza recentemente pubblicata dalla corte di Cassazione che ha respinto il ricorso che i legali di Antonio Paddeu avevano presentato - ormai cinque anni fa - nella speranza di vedere annullata la decisione dei giudici di Milano di negare il risarcimento da 30mila euro che il primario ottenne grazie alla sentenza di primo grado a Como.

Due, principalmente, i motivi della causa intentata da Paddeu contro il proprio ospedale. Il primo contestava i criteri con cui, all’epoca della scelta di un nuovo primario per l’ospedale di Como, la commissione giudicante aveva compilato la graduatoria finale del concorso, con la nomina di Anna Maspero. In particolare Paddeu contestava i criteri di valutazione del punteggio, con particolare riguardo al peso attribuito alle pubblicazioni scientifiche, alle esperienze professionali, ai titoli accademici.

«Non vi erano elementi per affermare che nella diversa struttura ambita l’attività del ricorrente sarebbe stata più vantaggiosa e avrebbe offerto possibilità di attuazione e sviluppo. Anche il danno all’immagine era sfornito di contenuto»

Il secondo riguardava invece le modalità di nomina dei componenti della Commissione di valutazione. Nel 2014, come detto, Paddeu vinse la causa e ottenne 30mila euro di risarcimento per perdita di chance, avendo accertato il giudice di Como l’illegittimità della procedura di selezione per il conferimento dell’incarico di direttore della struttura del Sant’Anna e che il primariato a Mariano Comense non era paragonabile rispetto a quello nella struttura capoluogo.

Tre anni dopo la corte d’Appello di Milano, aveva ribaltato la sentenza. In particolare i giudici avevano ritenuto che il danno non sussisteva in quanto «non vi erano elementi per affermare che nella diversa struttura ambita l’attività del ricorrente sarebbe stata più vantaggiosa e avrebbe offerto possibilità di attuazione e sviluppo. Anche il danno all’immagine era sfornito di contenuto». Com’è noto, tra l’altro, Paddeu successivamente è diventato il primario del reparto di pneumologia dell’ospedale di Cantù.

Ma la corte d’Appello aveva anche «affermato che l’attribuzione dei punteggi compiuti dalla Commissione di valutazione non risultava manifestamente irragionevole», negando quindi l’illegittimità della nomina. I giudici della Cassazione hanno respinto tutti i tentativi degli avvocati di Antonio Paddeu di opporsi alla sentenza dei giudici di Milano. La suprema Corte ha ritenuto del tutto legittima la sentenza che ha dato ragione all’ospedale Sant’Anna. Caso chiuso. Quasi dieci anni più tardi.

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