Paratie, la maggior parte dei reati sono prescritti, ma all’accusa non importa: chiesti 2 anni e 8 mesi per Lucini

L’appello A quattro anni dalla sentenza di Como, ecco le richieste di condanna in secondo grado. Meno della metà delle contestazioni iniziali sono ancora valide. Sollecitate pene fino a otto anni

Tra meno di un anno tutte le accuse mosse a carico dell’ex sindaco Mario Lucini per la vicenda paratie saranno ormai prescritte. Ma per la Procura generale di Milano il tempo non passa mai e ieri, nel processo d’appello per la maxi inchiesta sfociata però in condanne residuali, l’accusa ha sollecitato pene fino a quasi nove anni di reclusione. Come se la prescrizione non esistesse. Potrebbe arrivare entro la fine dell’anno la sentenza di secondo grado per l’indagine definita impropriamente “paratie”, visto che riguarda anche altre contestazioni. Come la corruzione per la complicata vicenda del cambio di destinazione di via Salita Peltrera, imputata agli ex dirigenti Luciano Gilardoni e Antonio Viola per i quali il procuratore generale - che ha parlato una decina di minuti scarsi, limitandosi a richiamare il ricorso firmato dall’allora pm di Como Pasquale Addesso - ha sollecitato rispettivamente otto anni e nove mesi di carcere (in primo grado aveva preso 4 anni) e cinque anni e tre mesi (a Como due anni).

La procuratrice generale, come detto, ha parlato una manciata di minuti limitandosi ad aderire al ricorso scritto nel 2019 - un’altra era geologica - dalla Procura di Como. Senza neppure preoccuparsi di fare un calcolo ancorché minimo su quali capi d’accusa ormai non sono più contestabili. Un esempio su tutti. Per l’ex sindaco Mario Lucini (condannato in primo grado a un anno e mezzo per falso e turbativa d’asta, ma assolto da tre capi d’accusa), rispetto all’atto della Procura lariana ieri il Pg avrebbe dovuto ricordare ai giudici che almeno 8 mesi di reclusione non dovevano essere conteggiati.

Tra condanne e richieste

Discorsi del tutto analoghi valgono per Antonio Ferro (condannato a un anno e 3 mesi per turbativa d’asta e falso, ma assolto da ben cinque capi d’imputazione) per il quale sono stati chiesti 6 anni e 8 mesi, per l’imprenditore Giovanni Foti (condannato a un anno e 8 mesi per turbativa d’asta e assolto da un secondo capo d’accusa) e per il quale l’accusa a Milano ha sollecitato due anni e mezzo, per l’ex segretaria comunale Antonella Petrocelli (condannata a 6 mesi per turbativa d’asta e assolta da un secondo capo d’accusa), e per la dirigente comunale Maria Antonietta Marciano (condannata a un anno per falso e assolta per un’altra contestazione) per la quale sono stati sollecitati due anni e mezzo.

Le difese: vanno assolti

Ieri hanno anche iniziato a parlare le difese degli imputati, tra le quali proprio l’avvocato dell’ex primo cittadino. Tutti hanno chiesto l’assoluzione nel merito dei loro assistiti. Tradotto: c’è la prescrizione, va bene, ma quel che importa è il riconoscimento della non colpevolezza, non semplicemente l’impossibilità di applicare una pena perché trascorso troppo tempo.

Tempo che, giova ricordarlo, è passato non certo a causa degli imputati. La corte d’Appello ha impiegato più di tre anni per fissare la data del processo di secondo grado, dopo che a Como il dibattimento era durato oltre un anno. La sentenza è attesa prima della fine dell’anno.

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