Piazza Volta invasa dai tavolini dei bar. Il Comune: «Bene, la città ha vocazione turistica»

La polemica Il ritorno dei “déhors” accende gli animi. Proteste dei residenti: «Ormai si fatica a camminare». L’assessore: «Piazza Volta è uno dei pochi luoghi che attira i giovani»

Il ritorno della bella stagione in piazza Volta si vede anche dal ritorno dei dehors dei ristoranti e dei tanti locali che ambiscono a servire le frotte di turisti attesi sul lago. In compenso, però, residenti, cittadini e lettori tornano a lamentarsi perché gli spazi per muoversi, anche solo per transitare, sono molto ridotti: i panorama di una delle piazze più centrali - dicono - è rovinata.

Due opinioni a confronto

Già la scorsa primavera, superata la pandemia, le concessioni per i tavolini erano state prorogate a livello nazionale. La nuova amministrazione comunale aveva poi deciso un’ulteriore proroga prima dell’autunno, ma limitata ai soli locali in regola con il pagamento delle tasse.

La proroga attuale resta in vigore fino al 30 giugno, con possibilità di rinnovo fino al 31 dicembre. Sempre a patto di essere in ordine con le imposte comunali. Altra estate senza spazi a disposizione in piazza Volta? «È una possibilità prevista a livello nazionale – si giustifica l’assessore al Commercio Michele Cappelletti –. Noi abbiamo soltanto aderito, controllando però il rispetto degli spazi per il passaggio dei mezzi ed anche dei visitatori, centimetro per centimetro. In più abbiamo preteso da tutte le attività il pagamento delle tasse comunali». Come a dire che ormai così è e c’è poco da fare.

Per il settore del commercio i tavolini all’esterno sono stati negli anni della pandemia un’ancora di salvataggio, dopo l’emergenza un volano per la crescita. Ad oggi però tanti luoghi centrali restano occupati, quando invece le piazze dovrebbero essere utilizzate proprio come spazi pubblici aperti. «Non vedo piazza Volta così piena – aggiunge Cappelletti –. Si, è vero: è molto frequentata la sera, ma è uno dei pochi luoghi che attira i giovani, non mi pare che altrove ci sia calca, anzi. La città ha una vocazione turistica e penso che rispettate le regole questa vocazione debba essere inseguita».

Dunque anche quest’anno resteranno i tavolini, una delle poche tracce rimaste dell’epoca del Covid.

«L’invasione dei tavolini e dei dehors è eccessiva – commenta l’architetto comasco Stefano Seneca – Sottraggono spazio alla città. Bisognerebbe trovare un equilibrio tra turismo e vivibilità. C’è di buono almeno che in piazza Volta il nostro illustre concittadino è in salvo, saldo sul suo piedistallo. Il povero Mazzini nell’omonima piazza rivaleggia invece tra ombrelloni e camerieri. Anche piazza Duomo a mio parere è sotto assedio».

«Rispettiamo le regole»

Con il turismo però bisognerà pur lavorare. «L’arrivo di tantissimi turisti non è certo un fatto negativo – ribatte Seneca - ma serve più ordine. Invece a Como, come del resto in mezza penisola, subiamo queste orde barbariche che più che vistare sembrano saccheggiare il nostro territorio. Dobbiamo invece tutelare, preservare i nostri ambienti». Opposta come ovvio l’opinione dei gestori dei locali.

«Rispettiamo le regole comunali e nazionali - dice Davide De Ascentis, titolare del Krudo di piazza Volta – Lavoriamo e facciamo lavorare la città. Serviamo i turisti in prima serata. Lo spazio in piazza c’è, come pure le panchine. Esteticamente coloriamo luoghi altrimenti più vuoti. Inizierei invece a sistemare la statua che perde pezzi o a cancellare le scritte sui muri per fare bella piazza Volta».

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