Pochi taxi a Como: licenze ferme da più di 50 anni

Turismo Le auto pubbliche in servizio in città sono 45 e il numero non è mai aumentato dagli anni Settanta. «Ma è necessario rivedere tutto il settore dei trasporti»

In città la sera è difficile trovare un taxi, ma sono più di cinquant’anni che a Como non viene rilasciata una nuova licenza. Il Comune ha avviato le pratiche per mettere in strada più auto pubbliche.

Al servizio dell’ospedale

All’epoca della costruzione del nuovo Sant’Anna qualche nuovo tassista si è messo al volante, merito però delle licenze rilasciate dal Comune di San Fermo della Battaglia. A Como invece le 45 licenze sono ferme sicuramente dagli anni Settanta, ma in pratica dal dopoguerra. Nemmeno i più esperti tassisti impegnati oggi sulle strade hanno memoria dell’ultima volta che Palazzo Cernezzi ha staccato delle nuove licenze. E nemmeno il Comune ne ha una precisa cognizione. I documenti sono troppo datati, sono ancora su carta, non sono stati informatizzati. Di sicuro per rintracciare le ultime autorizzazioni date a nuovi tassisti bisogna andare indietro di più di cinquant’anni. Probabilmente, raccontano gli autisti ormai in pensione, negli anni Sessanta erano state concesse poche autorizzazioni ai figli di alcuni tassisti morti in guerra.

È noto che in questi mesi con il picco turistico trovare un taxi soprattutto la sera è complicato. Lo raccontano albergatori e ristoratori, costretti a dare passaggi ai clienti, con turisti stranieri che a volte rincasano in hotel a piedi.

«Dagli anni Settanta in poi le licenze sono rimaste sempre 45 – spiega l’assessore al commercio Michele Cappelletti – Ora abbiamo aperto un confronto con le categorie per potenziare il servizio, così da rispondere meglio alle esigenze turistiche della città. Non è una cosa immediata, le licenze sono contingentate e bisogna passare dalla Regione. L’intenzione però è aumentare il numero dei taxi, abbiamo già avviato le pratiche e dato mandato per aggiornare il regolamento». Con una preghiera. «Ci sono tassisti che in piazza ci vanno davvero poco – dice Cappelletti – autisti che hanno la licenza e non la usano. Prima di controllare in Ztl i passaggi chiedo a loro di dare una mano ai tanti colleghi che durante la stagione turistica sono in forte difficoltà».

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Più richieste

Secondo i rappresentanti dei tassisti quest’anno le richieste sono aumentate rispetto al 2019 tra il 20% e il 30%. «Qualche licenza in più non cambierà la situazione - spiega Matteo Petrini, tassista referente di Cna – siamo comunque pronti a collaborare con l’amministrazione per trovare nuove soluzioni utili a tutti. Bisogna però lavorare su tutto il sistema dei trasporti. Bus, treni e battelli. La sera scompare tutto, saltano le corse, dobbiamo andare a recuperare i turisti rimasti a piedi».

Fuori città i tassisti non sono tenuti a rispondere. Prendere la linea al centralino comunque è complicato. «È vero che da che ho memoria le licenze a Como sono sempre 45 – dice Francesco Mattei, referente dei tassisti di Confartigianato – il problema però è che questa città in pochi anni ha puntato con forza sul turismo senza poter offrire tutti i servizi necessari, trasporto compreso».

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