Porta i suoi figli in Sardegna, mamma denunciata per ben tre volte (e in tre procure diverse) per sottrazione di minori

Il caso La donna è già stata assolta in un caso e nell’altro la Procura ha chiesto l’archiviazione delle accuse. Resta aperto un ultimo fascicolo

Tre fascicoli aperti in altrettante procure, Como, Brescia e Cagliari, uno chiuso con l’archiviazione (quello lariano), uno con l’assoluzione in dibattimento (decisa dal Tribunale di Brescia) e uno, quello sardo, che attende la fissazione dell’udienza preliminare, sempre che il pm non decida di interrompere prima la vicenda. È quanto ha dovuto sopportare in questi mesi una mamma di 36 anni, originaria dell’Isola ma trapiantata nel Comasco, accusata di sottrazione di minori dopo che – rimasta sola e con due figli a carico – aveva deciso di accettare l’invito della madre a tornare in Sardegna per essere aiutata nella crescita dei figli. Una scelta che non era stata gradita dal padre di uno dei due bambini, di 2 anni, impossibilitato a vedere il figlio che nel gennaio del 2018 aveva raccontato l’accaduto in un esposto confluito nelle diverse procure.

L’avvocato della difesa, Roberto Melchiorre, dopo l’archiviazione di Como – la prima procura a chiudere subito la vicenda – aveva cercato di sostenere che la competenza era proprio di Como, dove la famiglia viveva, e non di Brescia dove era originario ed era andato a vivere il padre, 46 anni. Ma il fascicolo bresciano, dopo una richiesta di archiviazione del pm, era comunque approdato in aula in seguito ad una imputazione coatta disposta dal giudice, vicenda processuale che si è comunque chiusa – in queste ore – con una assoluzione.

Ora, in questa assurda storia giudiziaria, rimane aperto ancora un ultimo fascicolo, quello di Cagliari che però al momento è arrivato “solo” alla chiusura delle indagini e non c’è ancora stata la richiesta di rinvio a giudizio.

La vicenda era nata da una denuncia di sottrazione di minore presentata dal primo compagno della donna. La signora infatti, rimasta da sola a vivere nel Comasco (anche il secondo uomo se n’era poi andato, dopo averle dato un secondo figlio), senza una casa e con due bambini piccoli a carico, aveva scelto di accettare l’invito della madre di tornare in Sardegna per crescere sull’isola i figli. Ma questo spostamento aveva portato il padre del primogenito, che aveva due anni, a raccontare in un esposto la sottrazione del figlio. Padre che si è anche costituito parte civile nel processo di Brescia. Secondo la tesi dell’accusa, la madre – trasferendosi da Como all’Isola – avrebbe ostacolato la relazione del figlio con il padre. Quest’ultimo aveva anche chiesto l’affidamento esclusivo del minore che il Tribunale di Como non aveva concesso.

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