Prestino, un centro per disabili. Il sindaco: mai più lì i profughi

Giunta La struttura di via Sacco e Vanzetti, chiusa da tempo, ha venti stanze. Rapinese: «Vogliamo che diventi il polo sociale più importante della città»

In via Sacco e Vanzetti a Prestino ci sarà un nuovo polo per la disabilità e la struttura comunale (attualmente chiusa) non sarà più utilizzata come centro migranti.

La decisione è stata presa mercoledì dalla giunta comunale che ha deciso di assegnare l’edificio al settore Servizi sociali in modo che possa effettuare i lavori necessari (non di grande entità) per destinare gli spazi a progetti legati ai disabili.

Spazi per il “dopo di noi”

«È un nostro specifico desiderio - spiega il sindaco Alessandro Rapinese, che ha anche la delega al Patrimonio - fare diventare la struttura di via Sacco e Vanzetti il polo sociale più importante della città. Stiamo parlando di un edificio che ben si presta ai servizi sociali e che può portare un grande aiuto, in termini di spazi, ai problemi legati alla disabilità. Immaginiamo infatti una parte dell’immobile destinato al “dopo di noi”». Complessivamente nel centro di Prestino ci sono oltre venti stanze che potrebbero ospitare persone in pianta stabile con la presenza di personale dedicato e altri spazi destinati ad attività diurne di vario tipo.

«Abbiamo deciso di conferire lo stabile al settore Servizi Sociali - conclude il sindaco - per dare un aiuto concreto a persone in difficoltà, tenendo anche conto del numero di richieste che ci arrivano per progetti legati proprio alla disabilità. Si tratta di un immobile che è adeguato, si trova in un contesto magnifico con spazi esterni e verde e che necessita di pochi interventi di manutenzione per poter essere reso disponibile in tempi rapidi. Puntiamo, come detto, a creare un polo per la disabilità in una struttura in grado di accogliere diverse tipologie di servizi. Como ha grande necessità di spazi di questo tipo».

Come sarà utilizzato

Con l’utilizzo da parte dei Servizi sociali del Comune l’edificio non potrà più essere destinato ad accogliere migranti o profughi, come avvenuto in passato prima della chiusura. Tra l’altro per un periodo la struttura era stata destinata negli anni scorsi ad accogliere nuclei familiari in difficoltà. Adesso si cambia di nuovo e lo spazio sarà gestito dal settore Servizi sociali che coinvolgerà anche associazioni attive nel campo della disabilità e con progetti legati al “dopo di noi”, in grado quindi di garantire un futuro protetto ai ragazzi anche in assenza dei genitori o di familiari stretti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA