Rapinese, che impresa. È lui il nuovo sindaco della città: «Il popolo ha cacciato i partiti all’opposizione» (video)

Como Il candidato civico a valanga: ribalta il risultato del primo turno e ottiene più voti di Landriscina cinque anni fa. Incassa i voti del centrodestra e conquista anche le periferie, tiepide su di lui due settimane fa

Alessandro Rapinese ha scelto di essere scaramantico, la notte in cui è diventato sindaco di Como realizzando «il mio sogno da bambino». Quando è cominciato lo spoglio, ieri sera alle 23, è tornato in via Rota a casa della signora Maria Ludovica Tettamanti, sotto la cui finestra due settimane prima si era accovacciato per ascoltare i risultati dello scrutinio che lo aveva visto vincere per poco più di un centinaio di voti sul candidato di centrodestra Giordano Molteni e ottenere il ballottaggio. Ed è lì, a casa della signora Maria Ludovica, che ha atteso il momento in cui era chiaro che ce l’avrebbe fatta. Riuscendo in un’impresa per certi versi storica.

Rapinese, l'esultanza con la sua squadra nell’intervista di Mauro Peverelli. Video di Andrea Butti

L'ingresso del nuovo sindaco in Comune. Video di Andrea Butti

Di candidati civici se ne sono visti tanti in passato, ma quelli che ci hanno provato erano candidato comunque dai partiti. Un dato che lo stesso Rapinese decide di sottolineare, quando dopo l’una del mattino si presenta accompagnato da tutta la sua squadra in Comune: «Abbiamo assistito a un salto di qualità dell’elettorato che non ha procedenti nella storia. Una forza di popolo ha cacciato i partiti al’opposizione».

Elezioni storiche dovevano essere (il Centrodestra per la prima volta fuori dal ballottaggio) ed elezioni storiche sono state.

Rapinese: "Il popolo ha mandato i partiti all'opposizione". Video di Andrea Butti

Al terzo tentativo in quindici anni, dunque, alla fine ce l’ha fatta: è lui il nuovo sindaco di Como. E lo è grazie a un risultato per certi versi clamoroso, ottenuto nel ballottaggio. Rapinese passato dagli 8439 voti del primo turno ai 14.067 di ieri. Oltre cinquemila preferenze in più raccolte nelle ultime due settimane, dove la città ha improvvisamente voltato le spalle a Barbara Minghetti. Il risultato ottenuto è anche migliore rispetto al dato di Mario Landriscina cinque anni fa: quasi 900 voti in più.

Parlando a ruota libera con i giornalisti all’esterno di Palazzo Cernezzi, il neosindaco ha detto: «Il mio primo oppositore sono io stesso. Non voglio vedere nessuno festeggiare, lo scopo non era vincere le elezioni. Si festeggia quando si raggiungono i risultati». Un botta e risposta che restituisce un Rapinese diverso anche nei toni, ed è lui stesso ad ammetterlo: «Non posso più parlare da oppositore, ora devo parlare da sindaco».

Già oggi dovrebbe arrivare l’ufficializzazione della squadra di giunta. Lo stesso Rapinese aveva già annunciato cinque assessori: Enrico Colombo (Cultura e Urbanistica), Nicoletta Roperto (Servizi Sociali), Michele Cappelletti (Verde), Maurizio Ciabattoni (Edilizia privata) e Francesca Quagliarini (Politiche Giovanili).

Tra le prime cose dell’agenda, Rapinese ha inserito l’incontro con il sindaco uscente Mario Landriscina per il passaggio di consegne e i contatti con tutti i candidati a sindaco sconfitti, Barbara Minghetti in testa, per un confronto con loro.

Tornando ai risultati: Rapinese ha vinto un po’ ovunque, ma soprattutto ha riconquistato la fiducia delle periferie che, nel primo turno, erano state tiepide con lui.

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