Salva un uomo caduto nel lago: «Ho visto una testa che emergeva dall’acqua, l’abbiamo preso appena in tempo»

Viale PuecherAndrea Tenca, della Canottieri Lario, ha notato la persona in evidente difficoltà. Nel 2014 aveva aiutato una donna nella stessa zona. «Stavolta in barca, non mi sono bagnato»

«Questa volta non mi sono bagnato, l’ho preso stando sulla barca e mi hanno poi aiutato a tirarlo fuori dall’acqua. Era zuppo, molto pesante». Andrea Tenca si è ripetuto. Poco meno di otto anni fa, davanti alla diga foranea, si era gettato nelle acque gelide del lago per salvare una donna che voleva farla finita. Era stato avvisato da alcuni ragazzi della Canottieri Lario che si stavano allenando e non ci aveva pensato due volte a tuffarsi per riportare a riva la signora. Era gennaio del 2014 e la sua storia fu raccontata da giornali e televisioni.

Ieri Tenca, storico dipendente della società di viale Puecher, si è ripetuto salvando un altro uomo, questa volta un uomo, che era caduto in acqua dopo aver perso l’equilibrio mentre si trovava su un muretto.

Un lavoro di squadra

Tutto è avvenuto quando erano le 13.20, nel tratto di lago antistante la Canottieri Lario, in viale Puecher. A raccontarcelo è lo stesso Tenca, affiancato dal presidente della società Leonardo Bernasconi che l’ha aiutato nelle operazioni di recupero del malcapitato. «Prima di tutto devo dire che non ho fatto da solo – spiega Tenca – Con me c’era il presidente e c’era anche il mio collega Emilio Gaglione. Ero nei pressi del trampolino e stavo parlando quando ho visto, guardando in direzione del monumento, una testa che emergeva dall’acqua. Ci siamo avvicinati a piedi, abbiamo urlato, e abbiamo notato che la testa si muoveva».

Si è aggrappato al natante

Tenca a questo punto non ci ha pensato due volte, è salito su una piccola barca a motore e ha raggiunto l’uomo - di origine marocchina, si è poi scoperto - che galleggiava ormai esausto. L’ha afferrato per un braccio e l’ha tenuto dal bordo della barca, mentre con l’altra mano guidava il piccolo natante verso il pontile della Canottieri. Ad attenderlo c’erano il presidente e il suo collega che l’hanno poi aiutato a issarlo a riva.

«Mentre ero nel lago il collega Emilio ha chiamato il 118 che è arrivato per soccorrere quell’uomo – continua il dipendente della Canottieri – Aveva un principio di ipotermia. Mi ha aiutato anche un altro ragazzo straniero che aveva visto la scena ma non sapeva cosa fare». «Credo che il giubbotto che quell’uomo aveva addosso l’abbia salvato – prosegue Tenca – Si è gonfiato, ha fatto una specie di effetto salvagente e ha permesso alla testa di rimanere fuori dall’acqua. Così l’abbiamo visto e siamo intervenuti appena in tempo. Non era pienamente cosciente quando l’ho afferrato, ma ha avuto la prontezza di aggrapparsi alla barca aiutandomi del soccorrerlo. Poi per fortuna c’erano anche il presidente e il mio collega che hanno dato il loro contributo per evitare che si consumasse una tragedia».

Sul posto è arrivata un’ambulanza della Croce Azzurra di Como che ha poi caricato il marocchino trasportandolo in codice giallo al pronto soccorso del Sant’Anna.

Come detto, non è stato per Tenca il primo salvataggio. Nel gennaio del 2014 si era dovuto tuffare nel lago per tirare fuori dall’acqua una donna. «Stavolta non mi sono bagnato – scherza quasi a minimizzare il suo gesto – E poi in tanti mi hanno aiutato».

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