Si vaccina, ma il Green pass non funziona
La prof chiama i carabinieri per lavorare

Una dose di AstraZeneca e una di Pfizer, ma il certificato non riconosce la validità - «Ho inviato mail, chiamato, fatto segnalazioni. Non mi resta che rivolgermi alle forze di polizia»

Como

Ha fatto due dosi di vaccino, ma il Green pass non funziona. E così, per entrare a lavorare a scuola, è costretta a chiamare i carabinieri. Una docente comasca, Michela Fabbricatore, appena assegnata di ruolo a Cassago Brianza, ha fatto nei mesi scorsi la vaccinazione eterologa, prima AstraZeneca e poi Pfizer. Il Green pass, nonostante mille segnalazioni e reclami, a tutt’oggi non risulta valido. E così il nuovo istituto a cui l’insegnante è stata assegnata non le permette di entrare in classe, benché la docente abbia la certificazione cartacea e la testimonianza del medico di famiglia oltre al supporto del sindacato.

«All’ingresso a scuola ieri ho chiamato i carabinieri su loro stessa indicazione – racconta la donna – non mi resta altro da fare. Non sono una “no vax”, anzi, ho fatto il mix di vaccini nonostante dubbi e timori e cambi di indicazioni da parte delle autorità sanitarie. Dopo la prima e la seconda dose il Green pass è arrivato e sembrava funzionare, poi però è scaduto dopo pochi giorni. La seconda dose risultava in pratica essere di nuovo una prima dose. Ho chiamato i call center, ho scritto a tutte le mail, ho aperto formalmente un reclamo al Ministero della Salute che mi ha chiesto tutti i dati promettendo un intervento. Al 31 agosto ancora non avevo risposte. Niente viaggi, niente voli in aereo, niente musei, ma tanta paziente e mezzo esaurimento nervoso».

Nel mentre l’insegnante è stata assegnata di ruolo. «La direzione dell’istituto però pretende il Green pass – spiega la donna, mamma di tre figli – dunque per la presa in servizio, diciamo la firma del contratto, ho fatto a pagamento un tampone. Ma non posso fare un tampone ogni due giorni. Me l’ha detto anche il medico. Io voglio lavorare. È un mio diritto. Dunque sono andata prima dal sindacato e poi alla stazione dei carabinieri. Mi hanno suggerito di chiamarli all’ingresso a scuola e così ho fatto». Fuori dalla scuola di Cassago ieri sono arrivati i carabinieri a prendere nomi e documenti. La Uil del Lario che ha seguito il caso ha chiesto all’Ats competente di provvedere entro 48 ore all’adeguamento della certificazione. La vaccinazione dell’insegnante è stata effettuata dall’Ats Insubria, la scuola di Cassago ricade invece nel territorio dell’Ats Brianza.

Nel frattempo ieri il governo ha esteso l’obbligo del Green pass anche ai lavoratori delle mense e agli addetti di scuole e Rsa. Si capirà nelle prossime fasi se il cerchio sarà destinato ad allargarsi ancora.

Sono molte e segnalazioni che arrivano dai lettori su problemi con la certificazione. «Essendo risultata positiva ho fatto solo la prima dose – racconta ad esempio Stefania Bruno, comasca di 21 anni – come da indicazione del medico e dell’hub. Il Green pass però non mi è mai arrivato. Call center, sito dell’Ats, mail, niente da fare. Sono una studentessa, sto per diventare operatore sanitario. Senza Green pass in teoria non potrei andare a lezione, cosa che l’istituto a cui sono iscritta mi permette comunque gentilmente di fare. Ma per lavoro a breve sarò obbligata».

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