Sla, la ricerca fa passi avanti. Cinquanta comaschi sperano: «Una sperimentazione internazionale ha dato buoni risultati»

Salute Nuovi trial farmaceutici, nuove campagne di sperimentazione. Il neurologo Chiò: «L’acqua tra le cause? I fattori sono molteplici»

In campo scientifico la medicina sta facendo incoraggianti passi avanti nello studio delle cause della Sla e nella cura della malattia.

Ma intanto per una cinquantina di pazienti comaschi, pur aggrappati con forza alla ricerca, il cammino resta doloroso.

Uno studio italiano appena pubblicato sulla rivista “Annals of neuroscences” individua le acque grezze tra i possibili fattori scatenanti della malattia, quindi la vicinanza all’acqua non trattata come causa dell’insorgenza della sclerosi laterale amiotrofica. Nella ricerca gli autori fanno esplicito riferimento al “Caso Como” e ai sei decessi contati tra i calciatori lariani.

Genetica e ambiente

«L’acqua, o ciò che nell’acqua è contenuto, si è visto che può avere un ruolo – spiega Adriano Chiò, neurologo delle Molinette di Torino, tra i massimi esperti internazionali di Sla – Sappiamo però che la Sla non è determinata da un solo fattore, ma da diversi meccanismi.

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C’è di sicuro un’origine genetica, presente dalla nascita. E poi c’è l’ambiente. Ad esempio un’ipotesi concreta vede tra le possibili cause il fumo, anche alla luce dell’aumento dei casi tra le donne fumatrici over 35. Risalire alle cause ci sarebbe d’aiuto, ma non è una sfida che possiamo vincere con certezza. Perché ci sono molte variabili e anche se risalissimo alla radice non è detto che saremmo poi capaci di fermare la malattia. Dobbiamo però essere ottimisti perché ricerca e terapia hanno concretamente fatto passi avanti negli ultimi anni». Per esempio nelle innovazioni farmaceutiche, nei trattamenti terapeutici. «Abbiamo partecipato ad una sperimentazione farmaceutica internazionale che ha dato buoni risultati – dice Chiò –, però per una singola forma genetica della malattia. Per le altre forme, ancor più a quelle dovute a non noti fattori ambientali, sono in corso delle ricerche interessanti anche se non sono ancora giunte in fase d’approvazione». A Como Aisla, l’associazione che si batte contro la Sla, segue tra i 30 e i 40 malati comaschi viventi, avendo contezza di altri pazienti che non fanno parte della rete.

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Le speranze

«La verità è che purtroppo le nostre famiglie non si sono accorte dei passi avanti fatti dalla ricerca scientifica – dice Viviana Tombolillo, presidente di Aisla Como – Qualcuno è entrato nei nuovi trial farmaceutici, ma per la maggioranza le speranze restano ridotte. Ciò nonostante dobbiamo avere fede nella ricerca dare il massimo sostegno possibile alla scienza medica. È l’unica strada che possiamo percorrere. Per trovare una cura e per comprendere i fattori scatenanti. Nell’ottica di studiare la malattia e cercare, chissà, di prevenirla».

L’insorgenza interessa maggiormente cittadini tra i 50 e i 60 anni, anche se l’età media, complice l’invecchiamento generale della popolazione, sta aumentando. «Sono più colpite le donne, soprattutto i nuovi casi - dice Tombolillo – poche famiglie riescono a farsi carico a casa dei loro parenti malati. La maggioranza preferisce appoggiarsi a centri specializzati».

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