Stadio, vertice tra Comune e società. Il nodo resta: chi finanzia i lavori?

L’impianto Sull’ampliamento della capienza ancora troppe questioni pratiche e procedurali. Identità di vedute sul progetto futuro. Tempi? Quattro anni. Prossimo incontro a novembre

Un colpo di vento ha spazzato via (quasi tutte) le nubi. Senza far passare del tempo che avrebbe potuto incancrenire certe ferite e certe incomprensioni, il Como e il Comune si sono incontrati per fare il punto della situazione. Era trapelato, ne avevamo parlato la settimana scorsa, un certo nervosismo del Como per una situazione ferma sul tema dell’ampliamento.

Il sindaco Alessandro Rapinese e il dg del Como Calcio Charlie Ludi hanno deciso di vedersi per smussare gli angoli subito e ripartire con il vento in poppa. Presente anche Federico Bottacin, l’uomo che la società ha incaricato di occuparsi della questione impianti. L’incontro è avvenuto in Comune.

Tensioni

Il nervosismo del Como, su certi temi, è affiorato tramite (per così dire) il linguaggio del corpo di Ludi, che ha trasmesso al sindaco la delusione per una situazione che, al di là delle parole, stenta a decollare. E non si trattava di una accusa specifica al Comune, sempre aperto sull’argomento, ma in generale a una città dove per fare le cose bisogna sempre lavorare il doppio e fare tre volte il giro del tavolo. Ludi ha trovato, tra l’altro, un Rapinese d’accordo sul tema, tanto che il Primo Cittadino ha in animo di integrare la squadra operativa di Palazzo Cernezzi con personaggi di alto profilo strategico e con esperienze specifiche in vari ambiti. Almeno così parrebbe.

Dubbi e risposte

Ma torniamo a bomba. Cosa si sono detti Ludi e Rapinese sullo stadio? I temi legati al progetto più ampio sono stati condivisi. Con una novità: il primo incontro operativo è stato fissato per il mese di novembre. Per quella data, le parti si sono impegnate a scendere un po’ più nel dettaglio. Sul tavolo ancora un ventaglio ampio di possibilità, di progetti e di lavori ancora molto diversi e disparati che potranno essere selezionati solo in quell’incontro. Un dato però appare chiaro, quello dei tempi: secondo una stima uscita dall’incontro (tutta da verificare quando verranno coinvolti i tecnici, però) non si può pensare a un lasso di tempo inferiore ai quattro anni (se tutto andrà bene e da quando partirà davvero il progetto) per avere il nuovo impianto. Il tutto, dopo una verifica della pieghe,e dei cavilli per sfruttare al meglio la legge sugli stadi, scritta per favorire il rifacimento degli impianti. Confermata la volontà del Como di voler giocare lì anche a lavori in corso, sul modello dell’Atalanta.

Le dolenti note sono arrivare sul tema della capienza allargata. Il sindaco ha detto chiaramente al Como che le spese dell’adeguamento della rete idrica (conditio per avere la capienza da 5000 a 6700 spettatori) dovrà essere pagata dal Como. Si parla di 500mila euro. E qui, al di là della questione legata ai documenti richiesti dalla Prefettura sull’elenco dei lavori in programma in futuro (che il Como riterrebbe non necessari), sta anche una parte della questione. Perché si parla di una cifra ingente per un impianto che teoricamente solo pochi mesi dopo dovrebbe essere abbattuto e rifatto. Il sospetto è che la capienza rischi di restare quella attuale per il resto del campionato. Ma c’è l’idea di organizzare un tavolo con i vari enti per fare il punto della situazione.

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