Stalking contro la moglie medico
Arresti domiciliari all’ex marito

Sarà scarcerato ma dovrà aspettare il braccialetto elettronico - Restano elementi gravi a suo carico, ma pure le perplessità del giudice

Como

Arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il giudice delle indagini preliminari di Como ha accolto l’istanza di attenuazione della custodia in carcere per il marito cinquantenne arrestato la scorsa settimana con l’accusa di stalking nei confronti della moglie, da cui si sta separando. Il provvedimento è stato preso nonostante il parere negativo del pubblico ministero, secondo il quale l’uomo sarebbe dovuto rimanere agli arresti domiciliari.

L’indagine

Un’inchiesta di cui si è scritto e parlato molto, soprattutto dopo la decisione della donna di rendere nota la sua storia scrivendo una lunga lettera al Corsera in cui accusava la Procura di voler archiviare il caso. In realtà la magistratura comasca, quando la lettera è diventata di dominio pubblico, stava già lavorando da giorni per chiedere l’arresto del cinquantenne comasco.

L’uomo, venerdì scorso, si era sottoposto a un lungo interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari, Carlo Cecchetti. Interrogatorio nel corso del quale ha tentato di fornire la sua versione in una battaglia coniugale particolarmente agitata. Una vicenda sulla quale lo stesso giudice che ha firmato l’arresto aveva sollevato, fin dalle prime denunce, diverse perplessità e sottolineato alcuni passaggi logici critici, nella tesi accusatorie. E ciononostante il magistrato ha rigettato l’istanza di scarcerazione avanzata dal difensore dell’uomo. Due elementi, in particolare, sono ritenuti particolarmente seri nel comportamento dell’ex marito accusato di stalking: le minacce rivolte alla figlia - sulla cui testimonianza non vi sarebbe alcun motivo di dubitare - allorché l’uomo avrebbe urlato: «Vi ammazzerò tutti, ho già contattato delle persone che lo faranno». E, poche settimane dopo. il danneggiamento dell’auto dell’ex suocera (anche qui pochi dubbi, la scena è stata immortalata dalle telecamere di sicurezza poste di fronte alla casa della donna).

La spedizione punitiva

Ma il fatto più inquietante e, allo stesso tempo, che suscita anche le maggiori perplessità (al punto che lo stesso gip ha sollecitato alla Procura approfondimenti mirati sul punto) riguarda la spedizione punitiva ai danni dell’ex suocera. Stando alle parole di un giovane senegalese, arrestato dai carabinieri con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lo stesso avrebbe ricevuto 700 euro da uno sconosciuto per andare a spaventare la donna in nome e per conto dell’ex genero.

Se da un lato questo fatto suona particolarmente inquietante, dall’altro secondo lo stesso giudice è necessario approfondire con grande attenzione le parole del giovane. In ogni caso i domiciliari con il braccialetto elettronico, secondo il magistrato, sono sufficienti a garantire il pericolo di un’eventuale reiterazione del reato.

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